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I sogni di Google: ecco le bizzarre e terrificanti immagini create dall’intelligenza artificiale

Anche Google sogna, ma le immagini che genera vi terrorizzeranno. L’azienda ha pubblicato una galleria di fotografie rappresentati quelli che sono gli elementi “sognati” dalla sua intelligenza artificiale più evoluta, un elemento che aiuta a capire in che modo impara nel tempo e cosa succede quando qualcosa nel processo di apprendimento non funziona come dovrebbe.
A cura di Marco Paretti
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Anche Google sogna, ma le immagini che genera vi terrorizzeranno. L'azienda ha pubblicato una galleria di fotografie rappresentati quelli che sono gli elementi "sognati" dalla sua intelligenza artificiale più evoluta, un elemento che aiuta a capire in che modo impara nel tempo e cosa succede quando qualcosa nel processo di apprendimento non funziona come dovrebbe. Quest'ultimo funziona in maniera relativamente semplice: Google mostra al software milioni di immagini modificando man mano i parametri fino a quando l'intelligenza artificiale riesce a fornire la classificazione richiesta.

In pratica, una fotografia viene inserita nel sistema, questo la elabora e restituisce il risultato finale. Durante questo processo il computer genera un'idea di quelli che secondo lui sono gli oggetti contenuti all'interno di una scena, dando vita alle immagini definite Inceptionism dagli ingegneri dell'azienda di Mountain View. Successivamente è anche possibile chiedere di generare l'immagine di un oggetto, per esempio un manubrio da palestra. In questo caso il sistema ha riportato immagini sì di manubri, ma tutti attaccati ad una mano umana: è probabile che l'intelligenza artificiale abbia sempre visto lo strumento utilizzato da qualcuno, associando di conseguenza l'oggetto alla combinazione manubrio/braccio. Lo step successivo è proprio questo; far comprendere al sistema che un oggetto può avere delle caratteristiche basilari ma allo stesso tempo può essere caratterizzato da diverse forme, colori e dimensioni.

google sogni intelligenza artificiale

C'è poi la possibilità di far analizzare al software un'immagine alla ricerca di forme che ricordano altri oggetti. In questo caso i risultati sono assurdi e paradossali, perché se per esempio l'intelligenza artificiale individua la forma di un uccello in un nuvola, il sistema accentuerà questa forma facendo di fatto apparire un volatile in cielo. Così L'urlo di Munch diventa un cane, in cielo appaiono maiali e i volti si riempiono di occhi. La predominanza di animali non è un caso: il software è stato istruito con molte immagini di fauna e, di conseguenza, predilige l'interpretazione animalesca.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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