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I superstiti dell’Olocausto diventeranno ologrammi per continuare a raccontare le loro storie

Un team della University of Southern California sta lavorando per rendere “immortali” i superstiti trasformandoli in ologrammi in grado di raccontare le loro storie e interagire con gli studenti all’interno, per esempio, di una classe o di un museo.
A cura di Marco Paretti
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Per decenni i superstiti dell'Olocausto hanno raccontato alle nuove generazioni le loro storie e tramandato gli orrori che li hanno coinvolti con l'obiettivo di non farle accadere mai più. Oggi, però, questi sopravvissuti hanno oltre 90 anni e presto non ci saranno più. Almeno in forma fisica. Un team della University of Southern California sta infatti lavorando per rendere "immortali" questi superstiti trasformandoli in ologrammi in grado di raccontare le loro storie e interagire con gli studenti all'interno, per esempio, di una classe o di un museo. Utilizzando una combinazione di realtà virtuale e aumentata, i ricercatori hanno ricreato ologrammi dei sopravvissuti potenziati da intelligenza artificiale.

Questo significa che questi superstiti virtuali non potranno solo raccontare le proprie esperienze, ma saranno anche in grado di interagire con studenti e visitatori dei musei per rispondere alle loro domande. L'ultimo superstite ad essersi sottoposto alla digitalizzazione è il 92enne Stanley Bernath, il 15esimo ad entrare nel programma chiamato "New Dimensions in Testimony". Per completare il processo, Bernath ha risposto per 13 ore alle oltre 1.000 domande dei ricercatori, che hanno spaziato tra le esperienze durante la guerra alla sua vita privata. Una versione beta dell'ologramma di Bernath è stata esposta all'interno del Maltz Museum of Jewish Heritage dell'Ohio.

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I visitatori sono quindi in grado di chiedere alla versione digitale del superstite diversi elementi sulla sua vita e sulla sua esperienza durante la Shoah. "Attraverso questo dispositivo, siamo in grado di prendere una pagina di storia e renderla viva" ha spiegato Milton Maltz, fondatore del museo. Per ottenere l'effetto, durante le interviste i sopravvissuti sono strati registrati utilizzando sette videocamere all'interno di una speciale stanza illuminata da una moltitudine di luci. Un progetto che lotta letteralmente contro il tempo: presto nel mondo non ci saranno più sopravvissuti della Shoah. "L'Olocausto non dovrà mai essere dimenticato" ha spiegato Bernath. "Non so per quanto io sarò qui".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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