ICT: l’Italia continua a perdere posizioni nel ranking mondiale
L'agenzia ITU, Unione internazionale delle telecomunicazioni, agenzia che è parte delle Nazioni Unite dal 1947, ha reso noto, all'interno del rapporto "Misurare la società dell'informazione", la graduatoria per quel che riguarda lo sviluppo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, ICT. Il ranking viene elaboratoin base all'indice mondiale di sviluppo delle Tic, ossia ICT Development Index, che quest'anno vede al primo posto la Corea, seguita da Danimarca e Regno Unito, paese, quest'ultimo, che fa registrare il più ampio salto in avanti nella classifica, passando dal decimo al quarto posto. L'Italia è al 38° posto e fa registrare dei passi indietro che non indicano nulla di positivo. Infatti, perde 7 posti rispetto al 2010, quando era al 31° posto.
L'agenzia ITU fa sapere anche che ad oggi nel mondo il 43% della popolazione globale, quindi 3,2 miliardi di persone, ha accesso a Internet e che gli abbonamenti mobile hanno raggiunto 7,1 miliardi di persone, ossia il 95% della popolazione globale. La crescita dal punto di vista della popolazione connessa è comunque lenta, la ITU prevede che entro la fine dell'anno il 46% delle famiglie, a livello mondiale avrà accesso a Internet da casa, contro il 44% dello scorso anno e solo il 30% di cinque anni fa, nel 2010.
E' a rilento invece la crescita di Internet: il tasso di crescita del 2015 è del 6,9%, mentre era del 7,4% nell'anno precedente. Tuttavia, il numero di utenti Internet nei paesi in via di sviluppo è quasi raddoppiato negli ultimi cinque anni, nel periodo compreso quindi tra il 2010 e il 2015, con i due terzi delle persone connesse che vivono nei paesi sviluppati.
I dati dell'ITU evidenziano comunque un divario tra paesi sviluppati e paesi cosiddetti emergenti (quelli che si definivano "in via di sviluppo"). Infatti l'81,3% delle famiglie si trovano nei paesi sviluppati, mentre quelle dei paesi emergenti sono il 34,1%. E solo il 6,7% nei 48 Paesi meno sviluppati. Nel 2020 la ITU prevede che le famiglie connesse saranno il 56% e che la popolazione connessa sarà il 56%, al di sotto dell'obiettivo previsto del 60%.
Guardando i dati del ranking mondiale, la ITU osserva che in Europa tutti i Paesi, ad eccezione dell'Albania (94° posto), superano la media mondiale dell'indice Idi (5,03) e si trovano nella prima metà della classifica. L'indice relativo al nostro paese è di 7.12 contro l'8,93 della Corea in vetta alla graduatoria e l'1,17 dell'ultimo Paese in classifica, il Ciad, al 167° posto. Solo 5 anni fa l'Italia era al 31° posto con un indice di 6,38.