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Il fondatore di LinkedIn sul Web 3.0: investirò sui social data

Reid Hoffman, fondatore di LinkedIn, al Web 2.0 Expo di San Francisco, intervistato da Liz Gannes parla di Web 3.0 e sul suo investimento futuro sui social data per la loro enorme rilevanza.
A cura di Giovanna Di Troia
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Reid Hoffman, fondatore, venture capitalist e presidente esecutivo di LinkedIn (social network che favorisce la creazione di una rete di contatti, mirando soprattutto a quella professionale e che ha registrato i 100 milioni di iscritti), interviene al più importante evento sul Web 2.0.

Il 30 marzo al Web 2.0 Expo, che si svolge a San Francisco dal 28 al 31 marzo, Hoffman, sul palco principale della manifestazione, è intervistato da Liz Gannes di AllThingsDigital e giornalista di tecnologia nel business di Silicon Valley. In questa conferenza denominata “A conversation with Reid Hoffman”, il californiano fondatore di LinkedIn rivela che il futuro del web si baserà tutto sui dati generati da identità reali, e su come essi saranno utilizzati.

La Gannes chiede di conseguenza ad Hoffman, incuriosita ancor di più dal fatto che è tra i partner della società di venture capital Greylock Partners, se vuole investire sul Web 3.0, perché a questo punto di questo si sta parlando, e se ha intenzione di trarre vantaggi specifici da questi dati sociali. Hoffman, dopo aver risposto che tutto ciò non è ancora in atto, ma che avverrà ben presto, si sofferma sulla descrizione delle tipologie di dati.

Sostiene che i dati possono essere principalmente di due tipi: “espliciti” ed “impliciti”. I dati espliciti sono dati che gli utenti danno volentieri ai social network, comprese tutte quelle informazioni contenute nei post dei loro blog, nei loro tweets ed in tutti i lori interventi su Facebook, dall’aggiornamento del proprio “stato”, ai commenti, alla partecipazione di gruppi, alla condivisione di link. Mentre, i dati impliciti sono raccolti in background, come informazioni di geo-localizzazione.

Ma secondo Hoffman ci sono altre due macro-categorie di dati. La macrocategoria dei dati “chiusi” che corrisponde per esempio ai numeri di carta di credito e a tutte le password. Invece, il secondo set di dati è quello dei dati “aperti”, e quindi disponibili ed anche indicizzabili dai motori di ricerca. Tutti questi dati sono importanti ed utili per le aziende, rivelano anche nuove tendenze, ma devono saper esser utilizzati e soprattutto devono usufruirne in modo “leale”, usando le parole dello stesso Hoffman: “Good Internet companies do not ambush their users.”

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