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Il fondatore di Twitter Jack Dorsey si è dimesso: “Ne sono triste, ma anche molto felice”

Il numero uno della piattaforma di microblogging ha comunicato ai suoi dipendenti le ragioni dell’abbandono, anticipato nelle scorse ore da alcune indiscrezioni.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Jack Dorsey ceo twitter account hacker

Ha fondato Twitter guidando il social newtork a fasi alterne fino a oggi, e ora si appresta a lasciarne il ruolo di numero uno: Jack Dorsey ha rimesso in questi minuti il proprio mandato nelle mani del consiglio di amministrazione dell'azienda che guida la piattaforma di microblogging, per passare già da oggi il testimone a Parag Agrawal — finora alla guida del comparto tecnico dell'azienda. La notizia è stata data dallo stesso Dorsey su Twitter dopo indiscrezioni raccolte dalla testata statunitense CNBC.

Il passato di Dorsey

Dorsey aveva già dovuto lasciare la guida della sua creatura: era avvenuto nel 2008, quando Twitter mostrava già un grande potenziale ma non era ancora diventato uno degli strumenti di informazione e discussione più influenti del panorama online. Nel 2015 il co-fondatore di Twitter aveva riconquistato il ruolo di CEO dopo l'abbandono da parte del predecessore, Dick Costolo, per poi mantenerlo fino a oggi. E se le ragioni per un suo eventuale abbandono non sono state riferite nel dettaglio, gli osservatori stanno già ripescando dagli annali un episodio dell'anno scorso, quando uno dei fondi coinvolti nel finanziamento della piattaforma aveva accusato il CEO di trascurarla in favore di Square — azienda di pagamenti elettronici fondata e presieduta dallo stesso Dorsey.

Gli obbiettivi di Twitter

In quell'occasione l'attuale CEO di Twitter era riuscito a respingere le accuse, ma nel frattempo la piattaforma si è posta degli obbiettivi ambiziosi per i mesi a venire ed è nel pieno di una transizione che dovrà finalmente dimostrare se e quanto possa reputarsi una fonte di introiti affidabile. L'obbiettivo anticipato da Twitter per il 2023 è infatti di raddoppiare i guadagni totali incamerati e di portare il numero di iscritti monetizzabili (attraverso gli abbonamenti e gli altri servizi in cantiere) a 315 milioni.

L'addio di Jack Dorsey

Nella comunicazione destinata ai dipendenti ma resa pubblica su Twitter, Jack Dorsey ha elencato tre ragioni che l'hanno portato proprio ora alla decisione di lasciare la guida dell'azienda. La prima è la completa fiducia in Argawal, "scelto all'unanimità" dal consiglio di amministrazione grazie alla sua "profonda comprensione delle dinamiche e delle necessità del social". La seconda è la nomina dello sviluppatore e imprenditore Bret Taylor come nuovo membro del consiglio, e la terza è la stima nei confronti del team di sviluppatori che ha reso Twitter quel che è oggi e nel quale si è formato in questi anni il futuro CEO.

Nel suo commiato, Dorsey ha precisato che la decisione è stata presa in autonomia, non senza rivendicare di aver messo da parte i propri sentimenti per il bene del gruppo:

"Voglio che sappiate che questa è una mia decisione. È stato difficile prenderla, perché amo questa piattaforma e l'intera azienda, tutti voi. Questo passo mi rende davvero triste, eppure tremendamente felice. Non sono molte le aziende che arrivano dove siamo arrivati noi, e non sono molti i fondatori che prediligono la loro azienda anche rispetto al loro ego. So che proveremo al mondo che questa è stata la decisione giusta".

Dorsey ha precisato che rimarrà al fianco di Parag Agrawal per il tempo necessario alla transizione, ma che poi si farà da parte per lasciare libertà di movimento al suo successore: "Credo sia fondamentale che un'azienda riesca a stare in piedi da sé, libera dalle influenze del suo fondatore".

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