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Il giallo dell’auto senza pilota di Google: “Uber ha rubato i nostri progetti”

Waymo, la divisione di Google che si occupa dello sviluppo dell’auto senza pilota, ha fatto causa ad Uber con l’accusa di aver rubato i progetti per la tecnologia alla base delle vetture autonome.
A cura di Marco Paretti
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Waymo, la divisione di Google che si occupa dello sviluppo dell'auto senza pilota, ha fatto causa ad Uber con l'accusa di aver rubato i progetti per la tecnologia alla base delle vetture autonome. Secondo i documenti depositati nella giornata di oggi presso una corte californiana, Waymo accusa Anthony Levandowski, un ex ingegnere di Google ora dipendente di Uber, di aver rubato 14.000 documenti estremamente confidenziali dall'azienda di Mountain View prima di andarsene. Con questi avrebbe fondato Otto, una compagnia di camion che si guidano da soli poi acquisita da Uber.

"Abbiamo scoperto che 6 settimane prima delle sue dimissioni Anthony Levandowski ha scaricato oltre 14.000 documenti confidenziali dai sistemi di Waymo, inclusi i design dei circuiti e del sistema di radar" ha spiegato l'azienda in una nota. "Per farlo, Levandowski ha installato un software sul suo PC aziendale e ha scaricato circa 9,7 GB di file poi trasferiti su una chiavetta USB. In seguito ha formattato il computer nel tentativo di cancellare ogni traccia". Insomma, una storia che sembra uscita da una spy story in piena regola. Con anche il colpo di scena: Waymo sarebbe venuta a conoscenza del furto a causa di una email che riportava per errore un contatto dell'azienda in copia.

"Waymo è stata recentemente messa in copia in una email da un venditore di componentistica. La mail riportava disegni di un nostro sistema" si legge nella nota. "Questo componente era estremamente simile a quello confidenziale e proprietario di Waymo, protetto da segreto". Secondo Waymo le azioni di Levandowski facevano quindi parte di uno schema per rubare i segreti dell'azienda e le sue proprietà intellettuali, sottolineando che mesi prima delle sue dimissioni l'uomo avrebbe specificato ad alcuni colleghi di voler replicare la tecnologia di Waymo per un competitor. L'azienda di Google sta ora chiedendo alla corte di impedire a Uber di utilizzare la sua tecnologia e di restituire i materiali rubati. "Prendiamo le accuse verso Otto e Uber seriamente e valuteremo la questione con cautela" ha risposto Uber.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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