Il mentore di Zuckerberg: “Il nuovo Facebook? È solo una trovata pubblicitaria”
Si è molto discusso nei giorni scorsi dell'idea di Mark Zuckerberg, CEO e fondatore di Facebook, di mettere in pratica una nuova idea della piattaforma che avesse al centro la privacy degli utenti. Un'idea che è sicuramente figlia dell'ultimo annus horribilis che proprio Facebook ha vissuto, di buon auspicio certo, lo si attendeva da un po', sulla quale, comunque, abbiamo già espresso i nostri dubbi. E a distanza di pochi giorni dall'annuncio di Zuckerberg, arriva dalla conferenza SXSW, in corso ad Austin (Texas, Usa), l'opinione di colui che è stato il primo investitore di Zuckerberg per il lancio di Facebook. Si tratta di Roger McNamee, il mentore di Zuckerberg, senza mezzi termini, ha detto che l'annuncio di Zuckerberg altro non è che una trovata pubblicitaria e che, in sostanza, non cambierà nulla. Un'operazione che secondo McNamee no risolve il vero problema, ossia il modello di business della piattaforma basato sul continuo monitoraggio dei dati degli utenti anche quando questi non stanno usando la piattaforma.
L'annuncio di Zuckerberg di voler ripensare Facebook come piattaforma che mette al centro, finalmente (è il caso di dire), la privacy puntando sulla crittografia dei messaggi end-to-end (E2E) è stata ben accolta, se ne è parlato e se ne continua a discutere, non senza sollevare qualche dubbio come abbiamo fatto anche noi. Ma a distanza di qualche giorno c'è da registrare la voce di Roger McNamee, uno dei primi a credere nel progetto di Mark Zuckerberg che a lungo lo ha visto come suo mentore, il quale dal palco della SXSW in Texas, senza mezzi termini, bolla l'annuncio di Zuckerberg come una trovata pubblicitaria. NcNamee, tanto per cercare di conoscere meglio il personaggio e l'importanza che ha avuto per Zuckerberg, è la persona che consigliò al giovane Mark di non vendere a Yahoo! e di assumere Sheryl Sandberg come COO, posizione che ricopre ancora oggi. Solo che negli ultimi anni le sue posizioni verso Facebook sono diventate sempre più critiche, come quella dell'altro giorno.
McNamee, che si dice comunque da sempre grande estimatore della crittografia dei messaggi che certamente è un modo valido per proteggere la privacy degli utenti, sostiene che questo annuncio di Zuckerberg non risolverà quello che è il grande problema, e cioè quello del continuo monitoraggio dei dati degli utenti, monitoraggio dei dati che continua anche quando gli stessi utenti non usano Facebook. "Alla fine di tutto, quello che a me come utente interessa" – ha detto McNamee dal SXSW – "non è solo che Facebook applichi la crittografia, a me interessa che cosa fanno con il tracking dei dati. Non voglio che li vendano a chiunque in modo tale da essere rintracciato da tutto il web".
McNamee ha anche manifestato il suo interesse e il suo appoggio alle idee espresse dalla senatrice Elizabeth Warren, di cui si è molto parlato degli Usa in questi ultimi giorni, che ha detto di voler "rompere" le gradi aziende tech che stanno impedendo alle aziende piccole di innovarsi. E infine, ha riservato comunque qualche parola positiva verso Zuckerberg e verso la Sandberg, "Mark e Sheryl hanno una grande autorità morale per cambiare il modello di business e possono fare molto meglio".