Il ministro Romani punta sulla banda ultra-larga in Italia
L’Italia non resterà arretrata nello sviluppo dell’infrastruttura della banda ultralarga, fondamentale per la competitività del paese: la navigazione ultra-veloce in Internet che porterà benefici alla vita privata e professionale dei cittadini.
Il divario digitale è distribuito in maniera abbastanza uniforme e non riguarda Nord e Sud. Accanto a regioni hi-tech ci sono zone scollegate. Tra le regioni più avanzate per esempio c’è, oltre alla Lombardia, la Liguria e il Lazio, anche la Campania e la Puglia. Nell’elenco delle regioni a più alto digital divide figurano sì la Calabria, la Basilicata, l’Abruzzo e il Molise, ma anche il Friuli Venezia Giulia, le Marche e il Trentino Alto Adige.
Il Ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani ha annunciato la forte riduzione del digital divide e ha dichiarato che ministero e operatori faranno insieme gli scavi per i cavidotti, la parte più costosa dell'investimento, per connettere a 100 megabit il 50% del paese. In una riunione con i principali player delle telecomunicazioni si è raggiunto l’accordo per la condivisione delle infrastrutture passive per la banda ultralarga. Oggi la percentuale degli italiani che usano la fibra ottica ha superato il 50% e si potrà realizzare l’opera entro il 2018 invece che 2020 come suggerito da Bruxelles.
L’amministratore delegato di Vodafone Italia, Paolo Bertoluzzo, durante la presentazione del libro “1000 comuni d'Italia in rete. I primi 100” ha spiegato che il lavoro del tavolo è molto complesso e si sta lavorando alla lavorazione di un business plan da 10 miliardi.
In Italia c’è grande spazio per la crescita delle reti wireless (si calcola che ci sono 15,8 milioni di smartphone) e il Ministro Romani ha assicurato che non ci sono “aree a fallimento di mercato”. Il progetto della banda ultralarga potrà portare il nostro paese all’avanguardia in Europa, migliorare il turismo e il rapporto tra la pubblica amministrazione e i cittadini.