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Il Parlamento Europeo vuole vietare alla polizia il riconoscimento facciale nei luoghi pubblici

L’organo legislativo dell’Unione europea ha adottato una risoluzione non vincolante che vieterebbe il ricorso da parte della polizia di strumenti per il riconoscimento facciale nei luoghi pubblici. Inoltre, il divieto include anche l’utilizzo del monitoraggio predittivo, una pratica di profilazione che determina se l’individuo possa o meno diventare un criminale.
A cura di Ivano Lettere
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riconoscimento facciale cina maschera

Nella giornata di ieri, 6 ottobre, il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione non vincolante che impedirebbe alla polizia di utilizzare  tecnologie di riconoscimento facciale nei luoghi pubblici. Il documento propone anche il divieto di ricorrere al monitoraggio predittivo, una prassi che include il ricorso all'Intelligenza Artificiale e a cui ci si affida con l'intento di definire il profilo di potenziali criminali.

I dettagli dell'atto parlamentare

"È una grande vittoria per tutti i cittadini europei", ha dichiarato Petar Vitanov, europarlamentare bulgaro del gruppo dell'Alleanza progressista di Socialisti e Democratici, autore della risoluzione. Quest'ultima, approvata con una larga maggioranza, chiede anche che venga vietata la raccolta privata dei dati relativi al riconoscimento facciale, una pratica resa possibile dall'Intelligenza Artificiale, come nel caso controverso della società Clearview: nota per aver fornito tecnologie di sorveglianza a forze dell'ordine e società private, l'attività di Clearview AI è stata dichiarata illegale dal Garante della privacy canadese in quanto il suo sistema "infligge un danno su vasta scala a tutti i componenti della società, che si ritrovano di continuo in uno schedario della polizia". Con la risoluzione non vincolante, il Parlamento conferma inoltre il proprio sostegno alla Commissione europea nel suo tentativo di redarre un disegno di legge che proibisca usi poco consoni dell'IA, in particolar modo quelli attraverso i quali sarebbe possibile valutare l'affidabilità dei cittadini sulla base dei loro comportamenti (sotto accusa sarebbe anche il progetto cinese annunciato nel 2017).

Come cambiano le politiche attuali

Il risultato della votazione lancia un segnale piuttosto chiaro in merito alla direzione che il Parlamento potrà prendere quando bisognerà assumere una posizione con la legge sull'IA. Intanto, con la sua proposta di legge, la Commissione propone di limitare il ricorso a tecniche di identificazione biometrica a distanza nei luoghi pubblici. L'unica clausola riguarderebbe quei casi in cui bisogna contrastare atti di criminalità "gravi", tra i quali spiccano rapimenti e terrorismo. L'organo legislativo e quello esecutivo dell'Unione Europea convergono sul fatto che sia necessario arginare una forma di controllo orwelliano della società, ma le politiche da loro promosse devono fare i conti con quelli proposte o attuate in altri paesi membri, tutt'altro che restii a sorvegliare i propri cittadini.

L'AI e la presidenza italiana del Consiglio d'Europa

Il monitoraggio scriteriato della popolazione allarma la classe politica nazionale e internazionale, responsabile delle scelte che in un modo o nell'altro potrebbero limitare gli effetti collaterali della tecnologia. A dimostrazione di questa sensibilità, nella mattina di oggi, 7 ottobre, Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, ha illustrato i temi che verranno affrontati durante il semestre di presidenza italiana del Consiglio d'Europa. Davanti ai vertici dell'Istituzione europea, il sottosegretario ha dichiarato che l'intelligenza artificiale e il suo impatto sui diritti umani costituisce uno dei quattro grandi temi principali che impegneranno il Consiglio. Le altre questioni sono: la tutela dei diritti delle donne e dei minori, la salvaguardia dei beni culturali, le condanne nei confronti del nostro paese da parte della Corte europea dei diritti umani e la mancata creazione della commissione indipendente sui diritti.

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