Il Regno Unito pronto a colpire i colossi tech introducendo una “Google tax”
Nuovo episodio della saga che vede di fronte l'Europa contro i colossi tecnologici e questa volta la parte da protagonista la fa il Regno Unito. Nella giornata di oggi il responsabile del Tesoro del governo Cameron, il cancelliere George Osborne, nella dichiarazione del bilancio di autunno, ha reso pubbliche una serie di misure fiscali che verranno adottate nel 2015. E tra queste spunta quella che in tanti si sono già spinti a definire come nuova "Google tax". In realtà, questa nuova misura toccherà non solo il colosso di Mountain View, ma tutte le altre aziende tech che operano nel Regno Unito.
In sostanza, il cancelliere George Osborne, ha proposto un prelievo pari al 25% sui profitti che derivano da attività economica che vengono poi dirottati in altri paesi, come ad esempio l'Irlanda dove la tassazione sugli stessi profitti è molto agevolata. In molti si sono affrettati a definirla una nuova "Google tax" anche questa nuova misura che entrerà in vigore nell'aprile del 2015 colpirà si i colossi tecnologici come Apple, Google, Amazon, ma anche aziende come Starbucks e altre ancora. Aziende che sono nel mirino delle autorità che stano verificando appunto tutti i loro profitti.
A proposito di Irlanda, il mese scorso il ministro delle finanze irlandese, Michael Noonan, aveva annunciato di voler mettere fine al “Doppio irlandese”, il regime fiscale, con un prelievo del 12,5%, che per anni ha favorito i grandi colossi tecnologici con sede in Irlanda.
"Oggi sto introducendo una tassa del 25% sui profitti generati dalle multinazionali derivanti da attività economiche svolte nel Regno Unito che poi in modo artificiale le stesse aziende dirottano verso altri paesi". Sono queste le parole che ha usato oggi George Osborne presentando il nuovo provvedimento fiscale. Obiettivo della misura è quindi quello di rendere antieconomico per le aziende cercare di eludere quelle che sono le proprie responsabilità fiscali verso il paese in cui si opera, tra l'altro questa misura è più alta della tassa che grava sulle società in Uk che è del 21%.
Resta però da capire come verrà attuata e interpretata questa misura, infatti un discorso è colpire i profitti derivanti da attività all'interno del Regno Unito, altro discorso è invece colpire profitti che derivano dalle vendite realizzate all'interno del Regno Unito. Sicuramente nelle prossime settimane e nei prossimi mesi si capirà più a fondo come questa misura verrà attuata.
Quello che di sicuro si rileva è che si sta andando vero un'armonizzazione tra autorità, quindi i legislatori locali, e le autorità europee, le quali insieme hanno cominciato a mettere in campo pratiche per mettere fine al trasferimento fittizio di profitti.