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“Il tuo abbonamento costerà 10 euro in più”: attenzione alla truffa dei finti operatori

Continua la truffa telefonica del finto operatore che, a fronte di paventati aumenti tariffari, propone alla vittima di cambiare il proprio gestore di rete fissa entro tre giorni dalla telefonata: chiaramente gli aumenti non sono reali, e si tratta di un call center esterno che guadagnerà delle revenue in caso di portabilità.
A cura di Dario Caliendo
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Il mondo delle truffe telefoniche è un mondo in costante aggiornamento, fatto di corsi e ricorsi che periodicamente tornano ad infastidire i clienti dei vari gestori di telefonia. E se su WhatsApp chi escogita le truffe tenta almeno di farsi venire nuove idee, per quanto riguarda la telefonia fissa la storia è sempre la stessa: negli ultimi giorni è tornata alla ribalta l'operazione del finto gestore telefonico, che telefona a casa delle vittime, spingendole a cambiare operatore con un metodo a dir poco subdolo.

Come funziona la truffa del finto operatore telefonico

Come di consueto, anche per la truffa del finto operatore telefonico, il call center che chiama a casa le "vittime" del raggiro usa un elemento reale (in questo caso un aumento delle tariffe) e sfrutta la propensione a risparmiare qualche solto in bolletta per far abbassare la guardia alla persona con cui è in contatto.

In soldoni, l'operatore di un call center privato e che non ha nulla a che fare con il proprio operatore di rete fissa, avvisa l'utente contattato che entro pochi giorni sarà applicato un aumento di circa 10 euro mensili sul costo in bolletta. A questo punto, dopo aver allertato la vittima, propone diverse soluzioni: alcune sono a pagamento (e poco appetibili), una invece è gratuita è comporta un cambio verso un gestore a scelta.

"Dopo essersi presentati come responsabili vendite di Fastweb, hanno informato mia madre di un aumento di circa 10 euro nella prossima fattura mensile" ha raccontato a Fanpage.it Marco, uno degli utenti raggiunti dalle telefonate. "A quel punto mi hanno dato la possibilità di recedere dal contratto a pagamento, di pagare una tantum di circa 50 euro, di pagare a vita quella nuova cifra oppure di passare ad un altro operatore gratuitamente, contattandolo direttamente".

Chiaramente però, questi fantomatici aumenti in bolletta non sono reali, e si tratta di solo di un modo escogitato dai call center per spingere le persone a cambiare gestore (e guadagnare le relative revenue di portabilità). L'opera d'arte però sta nel fatto che, qualora la "vittima" dovesse decidere di cambiare gestore (entro massimo tre giorni), dovrà farlo in totale autonomia, ed è proprio qui che le persone iniziano a fidarsi: "Se devo scegliere io il nuovo operatore, come può essere una truffa? Loro cosa ci guadagnerebbero?".

La domanda è più che lecita, ma la risposta è quasi diabolica. In realtà, anche lasciando la libertà alla persona telefonata di scegliere il gestore da contattare, questi call center ci guadagnano è come: dopo un breve periodo di tempo, inizia il controllo incrociato con il quale, verificando il numero di telefono contattato e la reale avvenuta portabilità, questi centri esterni dimostrano all'operatore scelto dall'utente di aver "contribuito" a far si che il tutto avvenisse e, quindi, guadagnano una revenue che gli verrà versata dall'operatore stesso.

"Chiaramente, dopo la ricezione della telefonata ho contattato Fastweb" – continua Marco – "Dai quali ho avuto la conferma che non ci sarebbe stato nessun aumento, e che quella appena avvenuta è stata una telefonata truffa".

Come proteggersi se chiama il finto operatore

Qualora si dovesse ricevere una telefonata simile a quella descritta, i consigli da seguire sono sempre gli stessi. È importante evitare di proseguire conversazioni con chiunque provi a chiedere i propri dati personali, ignorare qualsiasi offerta di sconto, scappatoia o offerta, e contattare immediatamente il proprio gestore telefonico: "Una volta che il vero operatore di Fastweb mi ha confermato che si trattava di una truffa, è immediatamente scattata la sua segnalazione all'AGCOM", conclude Marco.

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