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Il vaso di Pandora del XXI secolo?

Il governo di Obama vuole vederci chiaro sulla web radio che, in base ai gusti e i dati dell’utente, classifica la musica in base ai suoi geni. Chi usa i dati personali degli utenti?
A cura di Gabriella Conte
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Avete mai sentito parlare del vaso di Pandora? Secondo la mitologia greca, Zeus aveva donato a Pandora, la prima donna, un vaso, con l'unica condizione di non aprirlo. Anche nel mito greco, al pari della religione, pare che la donna non potesse fare altro che cedere alla tentazione e alla sua curiosità e, infatti, Pandora aprì il vaso. Risultato? Tutti i mali del mondo fuoriuscirono da questo vaso.

No, oggi non vi parleremo di mitologia, ma ci sembrava doveroso pensare un po' al significato del nome Pandora, perché, ironia della sorte (o, meglio del web), sembra che anche la prima e più innovativa radio di internet (di cui vi abbiamo già parlato) riservi qualche sorpresa.

Barack Obama, infatti,  ha deciso di vederci chiaro su Pandora, la radio online che permette di selezionare artisti e generi musicali in modalità free.

Sembra che la musica gratis di Pandora, così come il vaso, riservi qualche sorpresa una volta che vi si accede. Il problema potrebbe essere nelle apps per iPhone e Android, le quali potrebbe, infatti, violare la privacy dell'utente.

Secondo un'inchiesta del Wall Street Journal (della quale vi abbiamo già accennato qualcosa), la web radio in questione non farebbe altro che utilizzare i dati degli utenti e girarli a terzi, rigorosamente compagnie di advertisement, che riescono, così, ad "indovinare" con una precisione spaventosa quali pubblicità colpiranno dritte ai punti deboli dell'utente.

Grazie ai dati forniti, infatti, queste compagnie conoscono i gusti dell'internauta e possono quindi servirsene per i pop up che spesso annoiano durante la navigazione online, presentando offerte create quasi su misura per i gusti di ognuno.

Pandora, però, deve il suo successo proprio alla raccolta e catalogazione dei gusti (in base, ad esempio, al genere musicale preferito e più ascoltato) dei suoi users. Ma, si sa, questo é un boccone ghiotto per le pubblicità online.
La compagnia, soltanto nei primi tre mesi del 2011, ha fatturato 90 milioni di reddito e ha in cantiere l'idea della quotazione in borsa, ma questa inchiesta potrebbe creare qualche problema.

Quello che, quindi, sembra essere diventato il motivo di successo (ora imputato dalle autorità giudiziarie) per Pandora é stato il Music Genome Project . Gli ideatori, Will Glaser e Tim Westergren,all'inizio degli anni 90, pensano alla possibilità di catalogare la musica secondo le regole del Dna, ovvero di servirsi del gene della musica "catturare l'essenza della musica al suo livello fondamentale" utilizzando 400 attributi che classificano i generi dei brani musicali, così da catalogarli.

Insomma, grazie a questo progetto alla base della web radio Pandora, i brani possono essere taggati (così come facciamo quotidianamente con le fotografie su Facebook, ad esempio), così da facilitare la navigazione. Questi 400 geni della musica si dividerebbero in genere musicale, ma non solo, anche in tipo di canto, tipo di accompagnamento, livello di distorsione della chitarra, stile allegro o triste e molto altro. Grazie a questi numerosi attributi, gli ideatori hanno stilato una sorta di classifica di complessità della musica, in base al numero di geni. Per esempio le più semplici sembrano essere  la musica pop e rock, con 150 geni. Mentre le più ricche e complesse sarebbero la musica etnica e quella classica, con ben 500 geni.

Ma non si tratta di geni o di appurare quanto possa essere efficace l'idea di base del Music Genome Project. L'indagine dei federali é incentrata, piuttosto, sul capire quanto la raccolta dei nostri dati e dei nostri gusti possa violare la nostra privacy, lasciando che terzi usino i dati personali per altri fini, che non sia l'ascolto del nostro genere musicale preferito.

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