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Iliad ha fatto sospendere lo spot Vodafone con Baby K: “Pubblicità ingannevole”

Dopo gli attacchi dalle realtà italiane alla nuova arrivata – sotto forma di segnalazioni al Gran Giurì della pubblicità – ora è proprio Iliad a rispondere a tono richiedendo e ottenendo la sospensione dello spot Vodafone con Baby K per pubblicità ingannevole.
A cura di Marco Paretti
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Quella tra gli operatori italiani e Iliad, la nuova realtà francese caratterizzata da prezzi fortemente competitivi, sembra ormai una guerra senza esclusione di colpi. Dopo gli attacchi dalle realtà italiane alla nuova arrivata – sotto forma di segnalazioni al Gran Giurì della pubblicità – ora è proprio Iliad a rispondere a tono richiedendo e ottenendo la sospensione dello spot Vodafone con Baby K per pubblicità ingannevole. Una notizia che sicuramente farà parlare di sé visti sia lo scontro tra gli operatori che la popolarità dello spot con protagonista l'ormai famoso brano "Da zero a cento" della cantante italiana.

A finire sotto accusa è stato però il testo dello slogan che accompagna la pubblicità: "Nasce Vodafone Unlimited, Giga Illimitati sulla app che ami di più: social unilimited, chat unlimited, mappe unlimited, musica unlimited. Un’estate senza limiti sulle rete senza limiti". È proprio l'utilizzo del termine "unlimited", senza limiti, ad aver fornito il fianco ad un possibile attacco, soprattutto in questo momento in cui l'attenzione verso la comunicazione precisa nei confronti dei consumatori è molto alta.

Anche nel piano offerto da Vodafone le limitazioni sono infatti presenti, come quelle sul traffico in VoIP – chiamate e videochiamate su WhatsApp, per esempio – o sulla scarsa trasparenza sui costi di attivazione. Ma anche sul fatto che, se è vero che all'interno delle app social non si consumano dati, quando si clicca per esempio su un link il traffico dati viene eroso. Così Iliad, supportata da Fastweb, ha presentato un esposto lo scorso 24 luglio, ottenendo dall’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria la sospensione dello spot incriminato. "ll Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che la pubblicità contestata è in contrasto con l’art. 2 del Codice di Autodisciplina e ne ordina la cessazione" si legge nella nota sul sito dell’Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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