In più di 1.200 comuni in Italia il cellulare non prende
La maggior parte degli italiani non ha particolari problemi nella ricezione del segnale cellulare: fatta eccezione per gallerie, seminterrati e zone disabitate, in quasi tutto il Paese gli smartphone effettuano e ricevono chiamate e possono navigare online tranquillamente nella maggior parte delle condizioni. Eppure lungo lo Stivale ci sono zone in cui la situazione non è particolarmente rosea: si tratta di più di 1.200 comuni italiani nei quali il segnale cellulare non arriva, il telefonino è utile quanto un fermacarte e lo smartphone si può utilizzare soltanto per scattare fotografie o collegarsi a Internet attraverso il WiFi. La denuncia arriva dall'Uncem, l'Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti Montani, dopo un periodo di tre mesi passato a raccogliere le segnalazioni dei cittadini tagliati fuori dal mondo delle connessioni mobili per assenza di ripetitori.
La denuncia della situazione è arrivata oggi ma l'iniziativa è partita questa estate, a luglio, quando l'associazione ha chiesto agli abitanti delle zone dimenticate dagli operatori di far sentire la propria voce. Le segnalazioni giunte sono state più di 1.450 e sono servite a tracciare una mappa delle zone del Paese dove il segnale cellulare non esiste: si tratta di aree montane e interne ma anche di numerose aree della Sardegna, in una geografia che ricalca quella classica del digital divide italiano. Rimanere senza segnale cellulare oggi però comporta disagi maggiori rispetto a una decina di anni fa: la condizione nella quale versano i comuni coinvolti non impedisce ai cittadini solamente di effettuare chiamate, ma nell'era dei social taglia letteralmente fuori individui e attività commerciali da opportunità di crescita personale e imprenditoriale. Privare gli abitanti delle opportunità offerte dalla copertura di rete 3G, 4G e 5G – ammonisce l'UNCEM – rischia di condannare le aree interessate dal fenomeno a spopolamento e desertificazione commerciale.
Per questo il gruppo ha chiesto l'intervento dello Stato, affinché obblighi gli operatori privati ad ampliare le aree coperte ma anche affinché dia il permesso a comuni, privati e imprese di acquistare nuovi ripetitori e installarli nel proprio territorio. La prossima rilevazione – anticipa UNCEM – avverrà fra 6 mesi, nella speranza che la situazione sia almeno parzialmente migliorata.