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India, bloccato l’accesso a più di 850 siti porno

Da diverse ore 857 siti web pornografici non sono più accessibili in India. Il governo indiano ha infatti ordinato ai fornitori di servizi Internet e agli operatori di telecomunicazioni del paese di bloccare i siti porno dopo che la Corte Suprema si è espressa sul blocco dei siti a luci rosse avanzato in un ricorso di un avvocato.
A cura di Matteo Acitelli
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Da diverse ore 857 siti web pornografici non sono più accessibili in India. Il governo indiano ha infatti ordinato ai fornitori di servizi Internet e agli operatori di telecomunicazioni del paese di bloccare i siti porno dopo che la Corte Suprema si è espressa sul blocco dei siti a luci rosse avanzato in un ricorso di un avvocato. Come riferito da un funzionario che ha chiesto l'anonimato alla stampa locale: "Lo scopo è quello di attenersi alle osservazioni giudiziali e di proteggere il tessuto culturale della società".

Non è tardata ad arrivare la replica dei funzionari del ministero della comunicazione e dell'IT che hanno negato il blocco degli oltre 850 siti porno in India affermando che si tratta solo di un misura temporanea: "Si tratta di un provvedimento provvisorio finché il governo non emanerà un quadro normativo, che potrebbe includere diverse misure tra cui la consapevolezza di massa". Il blocco dei siti porno in India ha generato subito molti commenti negativi da parte dei cittadini che hanno espresso il loro malcontento attraverso i social network. In molti, infatti, si sono schierati contro la decisione del governo indiano, ritenuta "conservatrice" e "pudica", un'azione che va contro la posizione della Corte Suprema a tutela del diritto degli adulti di accedere a Internet. La petizione per chiedere il blocco dei siti pornografici in India è partita nel mese di luglio, quando un gruppo di utenti ha iniziato ad affermare che i crimini contro le donne e i bambini sono influenzati dalla grande diffusione dei siti porno.

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