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Instagram potrà chiederti la carta di identità per verificare che non sei un bot

Le operazioni di verifica serviranno a individuare e tenere lontani dalla piattaforma bot e altri utenti che ne infestano le pagine per diffondere disinformazione, spam e truffe online. La decisione è destinata ad attirare critiche, perché richiederà agli utenti sotto osservazione di fornire il loro nome e cognome su un social che si basa su pseudonimi.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Chiunque abbia un account su Instagram ha avuto prima o poi a che fare con un bot, ovvero un utente falso le cui azioni sono controllate da un software. Questi finti iscritti richiedono amicizie, pubblicano commenti e messaggi diretti secondo copioni prestabiliti e si moltiplicano secondo il volere di chi li programma, spesso a ondate di decine o centinaia — rovinando l'esperienza d'uso del social. Per combattere il loro proliferare, Instagram ha appena anticipato che effettuerà dei controlli sugli account sospettati di essere dei bot o dei profili civetta, chiedendo loro di inviare al social un documento di identità per dare prova di essere effettivamente chi dicono di essere.

Come funziona la verifica dell'identità su Instagram

Come spiegato nell'intervento online che introduce la novità, Instagram potrà inviare agli interessati una notifica che aprirà una procedura di verifica delle informazioni personali. La richiesta del documento di identità potrebbe essere abbinata allo scatto di un selfie di conferma, e servirà per verificare che dietro all'account ci sia una persona vera; la fotografia o la scansione del documento sarà stoccata "in modo sicuro" e sarà mantenuta sui server del gruppo per un massimo di 30 giorni, e comunque solo fino a quando il processo di verifica sarà stato completato. Coloro che decideranno di non partecipare alla procedura potrebbo subire una limitazione nella diffusione dei loro contenuti o la sospensione dell'account.

Le ragioni di Instagram

Le ragioni dietro alla decisione di Instagram sono sicuramente valide: gli account creati e gestiti da bot e software del resto possono essere fastidiosi o persino pericolosi. Alcuni sono coordinati per generare spam sotto forma di messaggi pubblicitari o propagandistici ripetitivi sui profili altrui; altri sono profili creati per diffondere disinformazione e odio online; altri ancora si adoperano in veri e propri tentativi di truffa contattando privatamente altri utenti.

Gli sviluppatori di Instagram hanno inoltre tenuto a precisare che queste procedure riguarderanno un numero estremamente ridotto di persone, e che non saranno avviate casualmente ma solo sulla base di ragionevoli dubbi sulle attività degli account interessati. Account con follower provenienti in quasi totalmente da Paesi esteri rispetto a quello dal quale pubblicano contenuti potrebbero far scattare un allarme, così come i profili che pubblicano insistentemente messaggi molto simili tra loro.

Una soluzione invasiva

D'altro canto però il controllo dei documenti di identità è un metodo di verifica che i più attenti alla privacy troveranno piuttosto invasivo; nonostante le rassicurazioni degli sviluppatori, non tutti infatti si sentiranno tranquilli nel fornire i propri dati sensibili al gruppo Facebook, che in passato è stato più volte accusato di trattare con poca attenzione la riservatezza degli utenti. Instagram inoltre è molto diverso dal social principale del conglomerato di Zuckerberg, e non richiede di presentarsi al mondo con nome e cognome: richiedere questi elementi potrebbe presentare dei problemi, anche se i falsi positivi che finiranno per errore nel mirino del sistema di verifica saranno pochi.

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