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Intervista ad Andrea Giannangelo, giovane innovatore all’assalto del web

La sua startup “Iubenda” ha appena incassato la fiducia di molteplici venture capitalist. Ve la presentiamo, ve la raccontiamo, e vi raccontiamo anche di questo giovane imprenditore: entusiasta, energico, instancabile.
A cura di Anna Coluccino
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andra giannangelo iubenda

Tra le giovani promesse dell’innovazione digitale made in Italy c’è senz’altro Andrea Giannangelo.

Ventuno anni gli sono stati più che sufficienti per decidere in che direzione far muovere la sua vita; ad animarlo ci sono notevoli competenze tecniche e l'entusiasmo che accompagna i giovani imprenditori all'alba di ogni prima grande avventura, e se sono davvero bravi, se sono davvero portati per il lavoro che hanno scelto, anche dopo. Ma cosa c'è di più memorabile per un innovatore del veder partire in pompa magna il primo (grande) progetto della sua vita? La startup di Andrea si chiama Iubenda e recentemente ha incassato la fiducia di Digital Investments SCA SICAR (di cui è advisor la ben nota dpixel ), ma anche di Andrea Di Camillo (Vitaminic, Banzai, Quantica) e Marco Magnocavallo (Blogo), e si avvia verso un futuro ricco di opportunità, di scommesse. Anche a Working Capital ha notato il giovane Andrea, tanto che lo ha invitato a tenere uno speech in occasione della tappa napoletana del Working Capital Tour 2011 che si terrà il prossimo 15 giugno.

Ma cos'è Iubenda e cos'ha di così affascinante da aver attirato l'attenzione dei venture capitalist?

Queste sono le domande a cui vogliamo rispondere quest'oggi, un attimo prima di lasciare che sia lo stesso Andrea a parlare di sé e dei suoi sogni, di quello che lo ha portato ad essere Chi è oggi, di come vede il mondo e il futuro della tecnologia, perché di certo ci interessa conoscere cosa di muove nella testa di questa nuova generazione fatta di ragazzi scalpitanti e colmi di energia; pertanto abbiamo deciso di dedicare la parte finale di questo approfondimento ad un'informale chiacchierata con Andrea, tanto per cominciare a conoscerlo, perché abbiamo il vago sentore che lo incontreremo spesso d'ora in poi.

Iubenda è un'applicazione web che consente a chiunque faccia richiesta del servizio di ottenere un'Informativa sulla Privacy (o Privacy Policy per chi preferisce utilizzare la lingua madre del web…) tramite un processo di generazione automatica che consta di tre passaggi: definizione dei "Servizi che raccolgono i dati personali" utilizzati dal sito per cui si richiede la policy; inserimento dei dati riguardanti il "Titolare del sito web"; "Integrazione della privacy policy" attraverso l'inserimento del codice html generato da Iubenda all'interno del codice sorgente.

In pratica, Iubenda si offre di risolvere un fondamentale adempimento legislativo; adempimento a cui è sottoposto chiunque possegga un sito.

Naturalmente, per poter realizzare un documento che sia il più possibile aderente alle esigenze di ciascuno, ogni più piccola parte dell'informativa è stata resa modulare: dalle clausole alle definizioni. Il tutto per mezzo di un'interfaccia intuitiva capace di comunicare con gli utenti in un linguaggio immediatamente comprensibile, ogni clausola viene illustrata con una terminologia chiara e molto distante dal tanto odiato legalese, e può essere aggiunta al documento tramite un semplice pulsante.

La privacy policy può essere integrata all'interno di ciascun sito web tramite il semplice inserimento del codice di integrazione all'interno del codice sorgente. Il risultato, dal punto di vista grafico, sarà una piccola icona contente il collegamento all'informativa sulla privacy. Naturalmente, il documento può essere costantemente aggiornato a seconda delle nuove esigenze di ciascun sito.

Come richiedere il servizio

Giacché a noi di Fanpage non piace parlare di un servizio senza averlo testato e sperimentato prima, abbiamo deciso che ci sembrava giusto offrirvi una panoramica in anteprima sull'intero inter da implementare qualora voleste sottoscrivere un accordo con Iubenda. Al momento, il servizio va "prenotato" e solo i primi 30 in lista d'attesa potranno usufruire del servizio a partire al 1 luglio. Pertanto vi mostreremo anche come completare la prenotazione e come scalare la lista d'attesa, ma saremo in grado di fornirvi un'anteprima anche sui passaggi successivi, quelli che sarà possibile intraprendere in un prossimo futuro.

I primi step:

  • inserimento del proprio indirizzo mail all'interno del form predisposto, iscrizione e successiva verifica dell'indirizzo tramite click sul link che verrà inviato via email;
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  • l'utente verrà quindi invitato a scegliere una password;
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  • una volta inserita la password, l'utente conoscerà la sua posizione nella lista d'attesa. Al momento è possibile solo prenotarsi per ottenere una privacy policy generata con Iubenda e, pertanto, chiunque si iscriva al sito oggi dovrà accedere alla lista d'attesa e seguire gli step  mostrati nelle immagini. Per scalare la lista d'attesa è possibile condividendo la propria intenzione di iscriversi a Iubenda attraverso Twitter o Facebook oppure invitare altri ad iscriversi. Grazie a queste azioni si guadagnano posizioni in classifica.
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Qui si conclude, per ora, l'esperienza degli utenti che vogliono prenotarsi per usufruire di Iubenda. Per conoscere gli step successivi non dovrete far altro che consultare la foto gallery che segue l'intervista ad Andrea Giannangelo.

Quattro chiacchiere con Andrea

Ripensando a quando hai cominciato ad appassionarti alla tecnologia e al mondo del web (da quel che leggo intorno ai 10 anni…) che cosa ricordi ti appassionò fin da subito? Cosa vedevi, allora, nel web? E infine: le cose sono andate esattamente come immaginavi o la vita ti ha sorpreso?

Ho avuto la fortuna di nascere con i LEGO fra le mani. Quel mio mitico secchio di mattoncini alla rinfusa è stato compagno di mille pomeriggi e lo specchio del mio mondo, un mondo che potevo plasmare, costruire ad immagine di me. Quell'imprinting dei primi anni è stato lo schema con cui ho sempre interpretato il mondo, ed ho presto trovato nel web una riserva infinita di mattoncini da combinare, con cui costruire impalcature digitali. Creare è ciò che nella vita mi appassiona di più. L'ho sempre fatto ed è un'indole a cui non resisto. Creare per lasciare un segno, marcare un solco e dare senso all'esistenza. Il modo in cui ho cominciato a fare siti web è stato divertente. Dieci anni fa la Play Station (PSX) era l'oggetto di desiderio di qualunque ragazzino. I miei genitori non volevano saperne di esaudire il desiderio del loro figliuolo, così il sottoscritto pensò di fare da solo.

So che ve lo state chiedendo. No, non ho costruito una Play Station con i LEGO. Avevo un PC, e questo PC aveva internet (ricorderete velocità vertiginose). Allora pronunciavo ancora Google con la "o", sempre che Google ci fosse già, di quei tempi ricordo il (fu) mitico Virgilio. Ebbene, armato di apposito software di emulazione, dopo settimane spese a modificare impostazioni criptiche ed incomprensibili, finalmente riuscivo a far girare i giochi della PSX dentro il PC. Un'emozione, una roba che non ci credevo. Il caso voleva che io avessi due simpatici amici, entrambi tristemente dotati di Play Station, con cui non si sa come spuntò fuori questa idea che il web potevi anche costruirtelo da solo. E potete capire che per uno cresciuto a pane e mattoncini LEGO questa cosa fosse una fonte di solluchero incredibile. Ed eccoci tutti e tre con un sito web a testa, fatto con tonnellate di immagini, gli sfondi dai colori accesi, un uso esagerato del font Comic Sans, e poi decine di Gif animate. Il mio sito parlava di emulazione, e spiegava come far girare sul PC i giochi della Play Station. Ogni sito web aveva uno di quegli enormi contatori di visite, e facevamo una gara spietata a chi riceveva più visitatori. La competizione era tale che non ricordo minimamente di che diavolo parlassero i siti web dei miei amici. Pur di non far aumentare di una misera cifra quel maledetto contatore (a mio chiaro discapito), credo di non averli neppure mai visitati.

Per quanto riguarda "il modo in cui vanno le cose", ho sempre speso grande impegno nel determinare il mio futuro. Se guardo indietro vedo tanti avvenimenti frutto della sorte, ma anche tante scelte consapevoli.

Quand'è che hai cominciato a maturare l’idea di Iubenda? Quali sono le caratteristiche di unicità di questo servizio?

L'idea di iubenda è nata dopo anni passati a costruire e gestire decine di siti web. Due anni fa ho fondato un progetto che si chiama webtelevideo.com, ed in quel periodo sostenevo i primi esami all'università (Economia). Fra di essi c'erano i primi rudimenti di Diritto, e questo ha influenzato molto il modo in cui affrontavo webtelevideo. Stavo cercando di costruire un progetto serio, che nei due anni successivi mi avrebbe regalato enormi soddisfazioni, ed uno dei problemi da risolvere era la scrittura della Privacy Policy. A quel punto mi sono detto: ma perché diavolo qualcuno non risolve una volta per tutte il problema della Privacy Policy? Il web va verso la standardizzazione, il trattamento dei dati personali è molto omogeneo, ed esistono servizi (come Google Analytics), che hanno monopolizzato il mercato in senso verticale. È possibile che non esista uno strumento per generare una Privacy Policy?

Ebbene, la risposta è stata che potevo farlo io!

Così è nata iubenda, che permette a chiunque di generare una Privacy Policy senza saperne nulla di diritto, perché permette a chi possiede un sito web di descrivere i servizi che utilizza sullo stesso (es. Google Analytics, o una Registrazione), e di aggiungerli alla Privacy Policy tramite dei pulsanti. La Privacy Policy viene poi fornita tramite un codice di inserimento, che fa comparire un'icona che contiene un collegamento alla privacy policy, posizionata nel punto in cui il codice di inserimento viene integrato con il sorgente del sito web. Il bello è questo: non solo non esiste al mondo uno strumento che permetta a chiunque di generare una Privacy Policy, ma non esiste nessuno strumento che permetta di generare qualunque documento giuridico grazie alla tecnologia!

Creative Commons ha aperto la strada, il nostro obiettivo è di fare il resto.

Alla luce dell’investimento di Digital Investments SCA SICAR, Andrea Di Camillo e Marco Magnovallo, quali passi in avanti muoverà Iubenda nel corso di questo 2011?

Prima ancora che crescere, questo investimento ci ha consentito di nascere. Il nostro obiettivo è quello di portare Iubenda e le sue Privacy Policy in fondo ad ogni sito web nel mondo, ed ora muoviamo il primo passo. Grazie a questo investimento potremo validare Iubenda sul mercato italiano, per costruire dei numeri su cui scalare a livello mondiale.

È su questo che si concentra ogni nostro sforzo.

Nonostante i tuoi 21 anni, Iubenda non è il tuo primo progetto. Ti va di parlarci dei tuoi primi esperimenti? Attraverso quali passaggi sei arrivato alla concezione e all’implementazione di Iubenda?

Il primissimo esperimento l'ho raccontato prima. Vi ho convinti che la mia storia parte da lontano. Nel passato ne ho combinate di tutti i colori: ho gestito forum affollatissimi, ho fatto grafica di tutti i tipi (raster, vector, fumetti, pixel art), per anni ho avuto un blog, ho lavorato in una web agency, ho mantenuto un webserver in casa e via così.

Negli ultimi anni, tuttavia, ho vissuto alcuni progetti che hanno rappresentato delle tappe fondamentali per prepararmi a ciò che sto affrontando ora. A 17 anni ho tentato di fondare, per iniziativa di un amico, un web hosting provider gratuito sul modello di Altervista. L'hosting provider era basato su un dominio di tre lettere (ypu.com), e per un po' è stato un impegno febbrile. Alla fine ho mollato. Lesson learned: non ero pronto.

A 19 anni, nell'estate dopo la Maturità, ho tentato di fondare un ecommerce innovativo di t-shirt, basato sul concetto di scarsità, in cui le magliette erano prodotte da designer di alto livello, ed il loro prezzo saliva con l'aumentare delle vendite (ergo: chi arriva per primo paga di meno). Avevo contattato più o meno tutti i produttori di t-shirt sfuse d'Italia, compresi gli importatori dal Bangladesh, ed ero anche riuscito a trovare una stamperia industriale di qualità alta che fosse nella mia zona. Mi ero preoccupato anche dei costi di spedizione, risolvendo per la busta-pacco spedita per posta ordinaria. In quel periodo ero molto connesso con designer e fumettisti. Alla fine è proprio da loro che non ho trovato collaborazione: nessuno aveva voluto lavorare senza essere pagato in anticipo, ed io non avevo un soldo bucato per anticipare. Lesson learned: non ero ancora abbastanza pronto. Cerchi di prevedere tutto, ma poi accade quello che non ti aspetti; senza soldi non vai da nessuna parte.

Pochi mesi dopo, a Gennaio 2009, trovo finalmente lo spunto giusto: in una settimana, senza soluzione di continuità, costruisco webtelevideo.com, che reimpagina il palinsesto TV e lo mostra in un modo leggibile. Tutto automatico, fantastico! Presto webtelevideo comincia a crescere, oggi conta quasi 200mila pageviews al mese e negli anni passati ha rappresentato una palestra formidabile, grazie ad essa ho imparato ciò che ora mi è fondamentale. Anche qui però c'è una lezione da imparare: i ventenni sono totalmente inaffidabili (diciamo il 99%). Ho trascorso due anni a cercare un cofondatore per WebTelevideo, su cui hanno lavorato 4 sviluppatori diversi. Ognuno di loro ha mollato. Per fortuna qualche mese fa ho avuto la buona sorte d'incontrare Leonardo Pellicciotta (classe '91), che ora si occupa del progetto.

Raccontami una tua giornata tipo, pensieri compresi (soprattutto i pensieri!)

Al momento la mia giornata tipo è penetrata dalla disciplina che Iubenda m'impone. Costruire una startup è faticoso, quanto totalizzante, è un impegno che ti porti nel letto e che ti turba il sonno. Costruire una startup significa non fermarsi mai, ed io non mi fermo mai, da lungo tempo.

Di progetti e sogni ne avrai a vagonate, ma io vorrei -invece- parlare di visioni, di "premonizioni". Si dice che un buon imprenditore dev’essere un visionario, per cui ti chiedo: qual è il futuro del web dal tuo punto di vista?

Il web è animato dalla condivisione. La condivisione è la sua essenza, da sempre; e il modo in cui ho iniziato – insegnare ad altri come emulare la Play Station- ne è un simbolo. Sino ad oggi il web si è mosso in quella direzione e continuerà a farlo a lungo.

Più concretamente, io trovo che le aree di confine siano quelle in cui risiedono le opportunità, così come i problemi irrisolti. Aree di confine fra discipline, come la tecnologia ed il diritto, o come la tecnologia e la sanità. La mia natura è segnata d'incredibile eclettismo (siti web, studi classici, musica classica, diritto, economia), ed in questo credo più che in ogni altra cosa.

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