Italia.it, proposta di legge per un’inchiesta sugli sprechi
Ricordate la questione di Italia.it? Il portale era nato come fiore all'occhiello del turismo made in Italy, lanciato in pompa magna dall'ex Ministro Vittoria Brambilla. Nonostante i buoni propositi, il sito si era dimostrato soltanto una macchina mangia soldi, un flop totale con annessa presa per i fondelli internazionale a causa delle traduzioni maccheroniche dei testi presenti.
La faccenda, come nella migliore delle tradizioni, non si è fermata lì, e qualche giorno fa a complicare la situazione ci ha pensato il Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso di una delle società escluse dalla gare per la realizzazione dei nuovi contenuti, bloccando di fatto i lavori di ripresa del sito.
Insomma, a pochi anni di distanza dal suo avvio il sito è costato una valanga di soldi (nell'ordine di decine di milioni di euro), non ha prodotto alcun risultato e tuttora esiste una redazione “fantasma” (non quella che doveva nascere con la gara, per capirci) con tanto di 3 supermanager, il tutto ovviamente unto mensilmente dalle casse dello Stato.
In periodo di crisi però, almeno gli sprechi che non riguardano direttamente la casta possono essere messi in discussione e così gli onorevoli del PD Ludovico Vico, Elisa Marchioni, Laura Froner, Vinicio Giuseppe e Guido Peluffo insieme ad altri 27 colleghi hanno presentato una proposta di legge intitolata “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione commissariale dell’Agenzia nazionale del turismo (ENIT)”.
Nel paragrafo dedicato a “Portale «Italia.it» e altre attività per il rilancio dell'immagine dell'Italia“, il testo afferma: “È quanto mai utile e necessario conoscere, a partire dal famoso portale «Italia.it», quante e quali sono le attività svolte e in corso da parte degli uffici del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo, dell'unità di missione, del gabinetto del Ministro e dell'ENIT, le loro iniziative e i programmi realizzati e pianificati, le convenzioni e i contratti in essere, le spese sostenute e le procedure di qualsiasi genere avviate, che abbiano o abbiano avuto utilità reale per l'effettivo ed efficace rilancio dell'immagine dell'Italia.”
In parole povere a finire sotto l'occhio della commissione sarebbero i conti quantomeno anomali del portale (perlomeno se raffrontati con i risultati ottenuti), mentre nell'incertezza generale il sito è rimasto una specie di mausoleo dedicato all'italica incompetenza, con il turismo italiano ancora in attesa ancora di essere adeguatamente rappresentato.