Italia seconda in Europa per i micro-pagamenti da mobile
Non sono molti gli ambiti tecnologici in cui il nostro paese emerge nei contesti internazionali ma da sempre il settore mobile ha riscontrato un certo appeal nel mercato italiano. Per questo motivo le attività ad esso correlate come gli acquisti online tramite smartphone e tablet hanno ottenuto un immediato successo anche da noi, portando l'Italia al secondo posto per i micro-pagamenti al di sotto dei 10 euro. A stabilirlo è una ricerca di Hi-Media Payments in collaborazione con Harris Interactive su un campione di 1000 utenti sparsi tra Usa, Brasile, Spagna, Francia, Germania e Italia.
Nel nostro paese il 54% degli utenti utilizza abitualmente lo smartphone per fare piccoli acquisti in rete (rispetto al 52% della media europea), secondo solo alla Germania (60%), con una suddivisione di prodotti che vede al primo posto la musica (42% contro la media europea del 38%), poi gli e-book (34% contro il 36% europeo) e i giochi online (30% contro 25% media eu). Ai dati tecnici sugli acquisti si affiancano poi quelli sulla percezione dei sistemi di micropagamenti, con oltre il 34% di italiani che conoscono perfettamente questo prezioso strumento (in questo caso il nostro paese si trova solo dopo la Francia, al 38%) e il 45% che dichiara di averne sentito parlare almeno una volta.
Per quello che riguarda invece le modalità di pagamento, nel nostro paese quella più utilizzata sembra essere la carta prepagata (72%), seguita da carte di credito (63%), bonifici (46%) e credito telefonico (29%). Secondo quanto affermato da Christina Fontana, Hi-media payments director per l'Italia, "In Francia il fenomeno dei micropagamenti per l'informazione è in forte crescita, mentre in Italia fino a oggi l'offerta è stata limitata. Sul piano dei contenuti crediamo che cercare semplicemente di vendere ciò che oggi è offerto gratuitamente non sia possibile. Il modello che immaginiamo poggia al 50% su contenuti premium come speciali, multimedia e archivio e al 50% su contenuti più tradizionali, ma a una condizione: che, come avviene per quei giornali online che vendono con successo i propri contenuti, come il New York Times e il Wall Street Journal, il lettore percepisca chiaramente che sta acquistando un prodotto di qualità".