Italiadecide, al paese serve una cultura digitale per crescere
Nel recente rapporto annuale dell'Agenda Digitale UE è emerso in modo chiaro il ritardo culturale del nostro paese sul digitale, il 60% degli utenti conosce poco o nulla la Rete e le sue potenzialità. E come se non bastasse, di recente anche Eric Schmidt, presidente di Google, ha avuto modo di sottolineare questo nostro gap, in un recente incontro con il Ministro Dario Franceschini, esortando il nostro paese a incoraggiare i nostri giovani verso il digitale, ancora poco esplorato, sotto tutti i punti di vista, nel nostro paese. Allora in questa ottica si è svolto ieri il seminario dal titolo "Dalla società industriale alla società digitale", organizzato dall'Associazione Italiadecide, presieduta da Luciano Violante. Il seminario aveva lo scopo di migliorare la qualità delle politiche pubbliche, agganciando la rivoluzione digitale ormai in atto.
E da subito Violante mette in chiaro che per una maggiore trasparenza e per una maggiore reattività della pubblica amministrazione serve "rendere utilizzabili tutti i dati pubblici, prime tra tutte le graduatorie Invalsi, che potrebbero essere strumento utile per le famiglie nella scelta di scuole o università". E su questo punto ha proseguito dicendo
Perché, fermo restando l'utilizzo di tecnologie che consentano la protezione dei dati personali, il resto appartiene alla Repubblica, e cioè alle istituzioni ed ai cittadini. E proprio un anno fa, il 26 giugno 2013 è stata adottata una direttiva europea che rende chiaro l'obbligo di tutti gli stati di consentire la visibilità dei dati pubblici (ad eccezione di quelli il cui accesso sia limitato o escluso)".
Al seminario erano presenti anche il Ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini e il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia. Ma erano anche presenti Telecom, Google, Vodafone, Poste Italiane, Mibac, Miur, Mit, ItCore Spa, Nuvola Verde, Società Geografica Italiana, giuristi, esperti del settore e tutti hanno concordato sul fatto che il digitale rappresenta il legame da sviluppare per migliorare i rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione.
E la Scuola nel diffondere la cultura digitale potrebbe giocare un ruolo fondamentale, ma c'è da chiedersi, come ha sostenuto il Ministro Giannini, se la scuola italiana oggi è in grado di affrontare questa sfida. Ma fa la promessa che entro 5 o 6 anni, con un'adeguata formazione digitale dei docenti, anche la scuola italiana sarà in grado di competere a livello europeo. E anche il Ministro Madia ha avuto modo di puntualizzare alcuni concetti, primo tra tutti quello di rendere più digitale la pubblica amministrazione affermando che questo è uno dei punti su cui il governo Renzi si sta impegnando molto. Ma restano ancora ritardi sull'attuazione dell'Agenda Digitale, specie dal punto di vista del coordinamento che ha di fatto rallentato il programma da attuare. E i punti deboli restano proprio nell'E-government, anche se di recente è stato istituito l'ANPR, ""Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente", con l'obiettivo di semplificare la gestione dei dati anagrafici. E proprio l'identità digitale sarà quel legame in grado di avvicinare di più le istituzioni ai cittadini.
Con il decreto legge approvato lo scorso 13 giugno", ha affermato il Ministro Madia, "si è dato il via al processo amministrativo del digitale. Ed entro il 2015 ci sarà un unico Pin di accesso nelle varie aree della pubblica amministrazione. Il cittadino potrà ottenerlo dal cosiddetto gestore d' identità che, a sua volta, garantirà al fornitore dei servizi la certezza dell'identificazione".
Banco di prova fondamentale sarà quindi il prossimo semestre europeo, il periodo in cui l'Italia dovrà dare atto di voler davvero mettere in atto il suo processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione.