Kareer.me, dagli Usa un nuovo modo di fare recruiting
Nonostante l'evoluzione sociale, economica ed societaria portata avanti dalle nuove tecnologie e dalla rete, la dialettica azienda-professionista si è sempre sviluppata su binari abbastanza definiti. La società alla ricerca di un professionista per ricoprire particolari mansioni in genere si affida agli ormai celebri "annunci", un tempo su giornali specializzati ora principalmente in rete, mentre il lavoratore impiega gran parte delle sue risorse nell'inviare curricula ai quattro angoli del globo, rispondendo ai suddetti annunci oppure auto-candidandosi, nella speranza di ottenere feedback positivi. Un modus operanti che tutto sommato funziona ma che è sicuramente migliorabile, nell'ottica della semplificazione delle dinamiche e della loro ottimizzazione.
Sotto questo profilo Kareer.me rappresenta di certo una delle novità più interessanti del settore, un'evoluzione della rappresentanza societaria in rete, già efficacemente rappresentata da realtà affermate come LinkedIn. A differenza del famoso business social network, questa startup americana si propone di ridisegnare del tutto il profilo pubblico di un'azienda in rete, trasformandola in un progetto aperto che tutti possono seguire, con la possibilità chiaramente di candidarsi per poter apportare il proprio contributo. Un esempio può rendere più chiaro il meccanismo di funzionamento.
Quando un'azienda pubblica un annuncio di lavoro in genere condivide informazioni relative strettamente alla posizione per la quale si ricerca il professionista (e spesso anche questi dati sono espressi in maniera molto vaga). In questo modo il lavoratore che visualizza l'annuncio non è in grado di farsi un'idea dell'azienda per la quale si sta candidando ma solo delle mansioni richieste e dei requisiti necessari per poter inviare il curriculum. Questa connessione limitata tra i due poli può portare ad un duplice problema; da un parte, come già detto, il candidato si offre ad un'azienda di cui conosce poco o nulla, dall'altra parte le società così "riservate" si trovano prive di un bacino di professionisti che ne seguono l'evoluzione aziendale, un passaggio non di poco conto se si considerano i molti casi in cui una posizione rimane vacante e va coperta in tempi rapidissimi, non certo quelli dei colloqui e degli annunci tradizionali.
Kareer.me si occupa proprio di colmare questo gap, dando la possibilità alle aziende di creare un proprio profilo pubblico contenente molte più informazioni dettagliate rispetto a quelle presenti in altri social network dalla vocazione business. Dalla filosofia che muove l'azienda alle immagini degli interni degli uffici, dal profilo dei dipendenti e dei dirigenti alla rassegna stampa, ogni lato della società viene esplicato e reso trasparente, in modo tale che il candidato possa farsi un'idea sicuramente più approfondita del luogo dove ambisce lavorare.
Il valore aggiunto di Kareer.me però non si esaurisce qui, si tratta allo stesso tempo di uno strumento molto utile per dotare di appeal tutte le piccole e medie aziende che puntualmente vengono accantonate nelle ricerche di lavoro dei professionisti a vantaggio dei grandi nomi del mercato, destinazione in genere prediletta da chi cerca occupazione. Grazie a Kareer.me le PMI hanno la possibilità quindi di essere "seguite" anche da professionisti già impiegati che non cercano una diversa collocazione ma semplicemente sono attratti dal progetto. In questo modo non solo le aziende non si trovano mai scoperte avendo sempre professionisti del medesimo settore che gravitano intorno alla struttura ma il contributo di quest'ultimi può essere un'ottima occasione di crescita, con la nascita di nuove posizioni lavorative che non erano state concepite nel disegno originale. Insomma un vantaggio indiscutibile per entrambi, un nuovo modo di vedere il rapporto tra richiesta ed offerta di lavoro che molto probabilmente prenderà piede anche nel mercato del Vecchio Continente.
Al momento la startup opera solo in un pugno di città americane (San Diego, Los Angeles, San Francisco, New York e Chicago) e principalmente con aziende che si occupano di tecnologia ma c'è da scommetterci che la sua applicazione possa trovare riscontri positivi anche in settori produttivi completamente diversi.