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L’11 settembre e le nuove tecnologie: cosa sarebbe accaduto se…

L’innovazione tecnologica avrebbe potuto scongiurare l’11 settembre? Che volto avrebbe assunto la tragedia se l’avessimo racconta tramite Twitter e Facebook? A dieci anni dall’11 settembre, interrogarsi sull’evoluzione umana (filosofica e tecnologica) diventa un imperativo sociale.
A cura di Anna Coluccino
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anniversario attacco torri gemelle

La fantastoria è sempre rischiosa. Più che un reale metodo d'indagine, infatti, si tratta di letteratura pura e semplice, talvolta anche di grandissima qualità, ma è pur sempre un ragionamento di tipo speculativo che -scientificamente- lascia il tempo che trova. Eppure, chiedersi "cosa sarebbe accaduto se…" in merito a un evento epocale, un avvenimento che spacca la storia dell'uomo in un ante e un post ha una sua validità filosofico-sociologica. Per questo, in occasione del decimo anniversario dell'11 settembre 2001, potrebbe valere la pena fare un tentativo: immaginare cosa sarebbe potuto accadere se, quel giorno, la razza umana avesse avuto a sua disposizione le moderne tecnologie (da Facebook a Twitter, dagli smartphone alla geolocalizzazione…). E chissà che lo sforzo di immaginazione non si riveli utile -un giorno- in condizioni simili, o quanto meno non riesca a rendere tutti più consapevoli delle potenzialità di mezzi che troppo spesso vengono utilizzati esclusivamente con finalità ludiche, dimenticando che un uso socialmente utile, collettivo delle nuove tecnologie potrebbe avere la forza di cambiare volto al pianeta.

Del resto, non è forse questa la grande scommessa della scienza?

Al momento, il mondo, non ci è dato cambiarlo in un battito di ciglia. Immaginarlo diverso però si può.

E allora, dopo esserci occupati di analizzare come gli eventi dell'11 settembre abbiano innescato il boom tecnologico dei primi anni duemila, azzardiamo questa nuova indagine teorica ponendoci una domanda cruciale: le nuove tecnologie avrebbero potuto scongiurare l'attentato? La risposta -ben poco soddisfacente- è "dipende". Per completezza d'informazione, infatti, occorre prendere in considerazione almeno le due teorie più accreditate: quella ufficiale e quella da molti definita "cospirazionista" o "complottista" che (se non altro) tenta di fornire una risposta possibile (sebbene a tratti fantasiosa) ai moltissimi punti oscuri che la teoria ufficiale lascia in sospeso. Se la caduta delle Twin Towers è stata realmente provocata da attentatori alqaedisti  auto-organizzatisi, esistono reali possibilità che le nuove tecnologie avrebbero potuto rivelarsi sufficienti a scongiurare l'evento. Ma, a dirla tutta, anche le tecnologie a disposizione nell'anno 2001  (se adeguatamente utilizzate) potevano fare la differenza… Se invece i terroristi dell'11 settembre non sono stati altro che burattini nelle mani di potenti alla ricerca di un casus belli che potesse giustificare i successivi dieci anni di conflitto nel mondo arabo, allora non sarebbe esistita alcuna possibilità (nuove tecnologie o meno) di riuscire a evitare che gli attentatori salissero sugli aerei.

Su quanto accaduto in volo, purtroppo, non si ha alcuna informazione certa. Non sappiamo quali e quante armi fossero in possesso degli attentatori, in che condizione versassero gli ostaggi, né sappiamo se i viaggiatori abbiano mai avuto l'occasione di comprendere cosa stava realmente accadendo. In tal caso, esiste una novità tecnologica rispetto al 2001 che avrebbe potuto fare la differenza: oggi, infatti, è teoricamente possibile sia telefonare che navigare in Internet mentre si è in volo, il che significa che i viaggiatori avrebbero avuto la possibilità di allertare le autorità su quanto stava per succedere.

Ma le caratteristiche salienti di un immaginario 11 settembre ipertecnologico sono ravvisabili principalmente in ciò che, grazie alle nuove tecnologie, sarebbe potuto accadere al momento stesso dell'impatto e, in special modo, nelle ore e i nei giorni immediatamente successivi.

Se avessimo avuto a disposizione smartphone e social network la collezione di immagini e video da poter sottoporre ad analisi e verifica sarebbe stata infinitamente superiore e -soprattutto- socializzata all'istante. Le informazioni avrebbero potuto circolare rapidissimamente e -forse- molte più persone si sarebbero messe in salvo. Se poi consideriamo la rapidità con cui -oggi- un pensiero, una foto o un filmato può essere condiviso con il mondo intero, immaginiamo chissà quali e quante testimonianze dirette avremmo dell'accaduto. Forse la storia sarebbe mutata ben poco, ma la ricerca della verità avrebbe avuto molte più chance di arrivare a compimento. E se c'è qualcosa che può lenire, almeno marginalmente, il dolore della perdita e la sensazione di impotenza che accompagna ogni tragedia è avere la certezza assoluta di come siano andate realmente le cose.

Malgrado le teorie del complotto non abbiano grandi possibilità di essere provate, infatti, contribuiscono a gettare un'oscura ombra di dubbio sugli eventi dell'11 settembre e, pur constatando che la maggior parte delle ipotesi non ufficiali appare a dir poco fiabesca, esistono perplessità a cui nessuno è stato -finora- in grado di fornire risposte definitive. In questo i social network e le nuove tecnologie avrebbero davvero potuto fare la differenza. Immaginate migliaia di citizen journalist che raccontano gli eventi in live streaming senza filtri, senza censure e forti di centinaia di prove che gli stessi cittadini avrebbero contribuito a procurare. Al di là di ogni strampalata teoria, infatti, due aerei si sono schiantati contro le Twin Towers, abbiamo visto uomini disperati lanciarsi nel vuoto senza alcuna speranza di salvezza, gli USA sono stati colpiti al cuore, il dolore è stato inimmaginabile, il mondo intero ha partecipato con sconcerto, migliaia di persone sono morte, il panico ha invaso il pianeta… Poterlo condividere ed elaborare insieme, anche solo virtualmente, avrebbe di certo fatto bene alla comunità mondiale che troppo poco spesso ricorda (e applica) il principio per cui siamo davvero, tutti sulla stessa terra, tutti uomini (nel bene e nel male) che penano, gioiscono e commettono errori, spesso anche madornali.

“ La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci. ”
Isaac Asimov

Come reazione a quel profondo dolore, però, furono gli stessi nordamericani a chiedere la guerra, la vendetta, la morte in risposta alla morte. Chissà se un'elaborazione collettiva del lutto avrebbe potuto modificare questo modello di pensiero così tipicamente umano, ma anche così -mi si perdoni- profondamente insensato, o se, come spesso accade, avrebbe solo fomentato i tanti che gridavano e ancora gridano: alla forca! Come se inserirsi nel circolo vizioso della violenza che segue una violenza fosse in qualche modo ultimativo o risolutivo di alcunché.

Ma questo genere di reazione è inscritta nella natura umana (diranno molti). Lo sarebbe anche procacciarsi il cibo uccidendolo con le proprie mani (risponderò) ma mi pare che la stragrande maggioranza degli esseri umani si rechi al supermercato… Si chiama evoluzione o, per chi preferisce, civilizzazione.

Non si tratta di perdono. Non si tratta di buonismo. Si tratta di evoluzione culturale, di superamento della grettezza e di utilizzo del buon senso. Prima o poi dovremo pur arrivare a realizzare che se ognuno trova (sempre) le sue buoni ragioni per giustificare la violenza, ogni violenza può trovare giustificazione. Anche quella che non piace. Chissà se un giorno si arriverà a comprendere quel che, splendidamente, diceva Voltaire ben più di due secoli fa:

"Noi siamo tutti impastati di debolezze e di errori: perdonarci reciprocamente le nostre balordaggini è la prima legge di natura".

Nel gioco del "cosa sarebbe accaduto se…", pur ammettendo che non appare plausibile una diversa concatenazione di eventi, sarebbe bello immaginare un'umanità che utilizza le nuove tecnologie per parlarsi, mettersi a nudo, pensare insieme, ragionare con l'unico obiettivo di individuare una soluzione di convivenza pacifica a prescindere dalle decisioni dei propri governanti e senza pretese di prevaricazione. Anche dopo un evento così drammatico, anche quando sembra che non ci sia spazio per la parola, provare a raccontarsele le proprie ragioni, dovrebbe -come minimo- rappresentare la prima delle soluzioni possibili.

Le nuove tecnologie non potevano impedire l'attentato, ma avrebbero potuto impedire, favorendo il dialogo tra vittime e carnefici (ruoli quanto mai interscambiabili nella storia dell'uomo) che altre persone morissero in conseguenza a quanto accaduto (e in numero decisamente maggiore rispetto a quanti persero la vita l'11 settembre 2001).

“ Se l'uomo non butterà fuori dalla storia la guerra, sarà la guerra che butterà fuori dalla storia l'uomo ”
Gino Strada

Del resto, le stesse Twin Towers sono l'orribile conseguenze della morte e della distruzione che gli USA, nei secoli, sono andati seminando per il pianeta e su questo -purtroppo- c'è ben poco da discutere.

Nonostante la ferrea logica di un ragionamento del tipo fin qui discusso (non certo originale, ma non per questo meno ficcante) l'essere umano è ancora troppo debole e impaurito per comprendere l'insensatezza della violenza. Eppure, arrivati ai livelli intellettivi e culturali a cui siamo, l'istinto primordiale all'uccisione del nemico non è più una giustificazione accettabile. Di mille altri istinti, ben più profondi, ci siamo liberati; perché mai quest'unico dovrebbe sopravvivere? Perché non può essere soppiantato dalla nascita di una consapevolezza nuova che è -semplicemente- logica e funzionale alla sopravvivenza della specie e poco ha a che fare con imperativi di ordine "morale"?

Purtroppo, allo stadio dell'evoluzione culturale umana, tutto questo non è che una bella favola della buonanotte. Un disegno futuristico di civiltà che (ciascuno chiuso nel proprio egoismo) pochi hanno voglia di realizzare. E allora il punto è quasi banale nella sua semplicità: se l'uomo dovrà sempre guardarsi dal proprio simile, e temerne la rappresaglia, e studiare la contromossa, e armarsi preventivamente… l'invenzione di nuove tecnologie continuerà a essere insufficiente per il miglioramento della condizione umana, e nessuna tragedia -neppure tra un milione di anni- sarà mai scongiurabile.

A tutt'oggi, dopo dieci anni, la storia (presunta) magistra vitae non ci ha ancora insegnato niente.

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