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L’AgCom apre al compenso per le società di Tlc impegnate in campagne di beneficenza

Tim, Vodafone e Wind, riunite nel consorzio “Dono Per”, hanno chiesto alle Onlus che utilizzano i loro servizi a scopi benefici e umanitari di ricevere un compenso pari al 2 per cento dei soldi ricevuti. Il Garante: “Sì alla remunerazione, a patto che il servizio migliori”. Avviata una consultazione pubblica per sentire l’opinione dei soggetti interessati.
A cura di Ida Artiaco
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Anche la beneficenza ha un costo. Lo sanno bene le maggiori aziende di telecomunicazione italiane, Tim, Vodafone e Wind, che hanno chiesto un compenso alle Onlus che raccolgono fondi per finalità umanitarie, a livello nazionale e internazionale, attraverso i loro servizi. Queste organizzazioni, infatti, per realizzare le loro campagne chiedono in genere alle società telefoniche di attivare un numero, che comincia con "455" ed è  composto da almeno 5 cifre. Inviando un sms o facendo una telefonata, gli italiani possono così donare la somma desiderata e fare un'opera di bene. Ora, i colossi delle Tlc nostrani, raccolti nel consorzio "Dono Per", avrebbero reclamato per questa prestazione un rimborso pari al 2 per cento dei soldi ricevuti.

Proprio per questo, è intervenuto l'AgCom, il Garante per le Comunicazioni, per mettere ordine in materia. In particolare, come riporta il quotidiano La Repubblica, l'autorità di regolazione e garanzia ha aperto ad una remunerazione per le compagnie telefoniche che offrono questo tipo di servizio, ma a patto che questo migliori. La faccenda non è così semplice come può sembrare. Nel 2012, infatti, le società telefoniche si sono impegnate, firmando un Codice di Autoregolamentazione, a "devolvere integralmente e senza alcuna remunerazione" le somme regalate dagli italiani. Dopo aver inviato loro una "nota di richiamo" con un messaggio semplice: "non avete diritto a reclamare niente per voi", il Garante è tornato sui suoi passi con una decisione che porterebbe una grande novità in questo settore non escludendo per il futuro, che queste compagnie possano ricevere dei soldi per il servizio che offrono alle Onlus. Ma le tariffe devono essere controllate e soprattutto queste società devono assicurare alle organizzazioni prestazioni più efficienti e articolate.

Come? Per esempio, mettendo a disposizione delle Onlus, come già succede in Spagna o in Inghilterra, il nome e il numero della persona che ha donato soldi alla propria causa, per chiedere magari un ulteriore aiuto in campagne successive, oppure dando loro un numero stabile, che possa essere sempre associato alla stessa organizzazione per tutti i tipi di raccolta fondi. La retribuzione delle compagnie telefoniche è vista di buon occhio, dunque, dalle stesse Onlus, ma sentite dal Garante, hanno attaccato frontalmente il consorzio "Dono Per", definendo la sua richiesta del 2 per cento sulla raccolta complessiva "sproporzionata ed eticamente insostenibile".

Per arrivare ad una decisione univoca sulla questione, l'AgCom lancia una consultazione pubblica per sentire l'opinione di tutti i soggetti interessati, su questa materia. Si ipotizza, in particolare, che "le società telefoniche ricevano una cifra fissa proporzionale alle spese, ai costi che sopportano per garantire i servizi alle Onlus; che sempre le prime possano ricevere anche una cifra variabile, nel caso le donazioni siano tante e generino alto traffico; che, infine,  la cifra variabile non sia superiore a quella incassata per la gestione di servizi telefonici a sovrapprezzo".

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