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L’FBI potrebbe controllare le email ed i messaggi su Facebook

La sicurezza per la privacy delle email o dei messaggi nei vari social sembra essere non troppo sicura alle sorveglianze delle autorità americane. Ecco i motivi.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Scrivere messaggi di posta elettronica o messaggi sui vari social network come Facebook potrebbero non essere più sicuri dalla super visione della autorità, in particolar modo da quelle americane con l'FBI. E' quanto si scopre da alcuni documenti ottenuti dalla American Civil Liberties Union che riporta come le varie autorità stiano violando alcune sentenze della Corte Federale in fatto di violazione del quarto emendamento americano in caso di accesso senza mandato sulla posta elettronica.

Precisamente una sentenza del 2010 ha dichiarato che il governo deve ottenere un mandato prima di poter segretamente ricercare messaggi di posta elettronica memorizzati dai fornitori di tali servizi. Come la Electronic Frontier Foundation ha osservato, al momento, "la Corte ha rilevato che gli utenti di posta elettronica hanno la stessa ragionevole aspettativa di privacy come per le loro telefonate o per la loro posta ordinaria."

Tuttavia, una guida operativa dell' FBI, resa pubblica per la prima volta dalla ACLU, racconta una storia un pò diversa. Tecnicamente parlando, qualsiasi servizio di posta elettronica commerciale è una terza parte. Alcuni programmi software di posta elettronica, come Outlook, permettono di scaricare i messaggi su veri e propri dischi rigidi degli utenti, verosimilmente quelli del PC o notebook. Il governo ha bisogno di un mandato per accedere a tali messaggi, perché sono memorizzati su computer privati. Ma in base alla guida operativa delle autorità se i messaggi di posta elettronica vengono memorizzati su server "in cloud" come avviene per Gmail, Hotmail, Yahoo Mail, o anche per i messaggi di Facebook o di qualsiasi altro social, gli stessi sono potenzialmente oggetto di accesso senza mandato da parte del governo.

Tutto ciò ha scatenato chiaramente le polemiche da parte di tutti i grandi sostenitori della privacy come istituzione fondamentale per la persona. Wessler, giudice della ACLU, ha dichiarato come i documenti mostrano che le politiche federali per quanto riguarda l'accesso alla comunicazione elettronica sono in uno "stato di caos", e che sono necessarie immediate riforme. Il famoso "segreto di lettere" come concetto giuridico in questo caso viene assolutamente negato e tutti i funzionari di governo ed altre autorità possono tranquillamente curiosare attraverso la posta anche senza un mandato.

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Le modifiche potrebbero essere sulla strada, però. Nel mese di aprile, la Commissione Giustizia del Senato ha cominciato a considerare la revisione del cosiddetto Electronic Communications Privacy Act 1896, una mossa per la quale le grandi aziende tecnologiche come Amazon, Facebook e Google stanno incitando da qualche tempo. Gli organi preposti stanno lavorando per chiudere questa importante "scappatoia" che consente ai funzionari governativi il libero accesso senza mandato ai messaggi archiviati sui server di terze parti.

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