64 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La Brexit senza accordo potrebbe portare al ritorno del costoso roaming nel Regno Unito

Un documento del ministero della Cultura inglese analizza alcune delle conseguenze di un’uscita senza accordo del Regno Unito dall’Europa. Tra queste c’è il ritorno del roaming per i cittadini britannici in visita nei Paesi dell’Unione, ma applicando gli stessi principi il discorso vale anche all’inverso.
A cura di Lorenzo Longhitano
64 CONDIVISIONI
Immagine

Alla vigilia di una potenziale uscita senza accordo del Regno Unito dall'Unione Europea, sono tanti i problemi di ordine economico e legislativo che occupano la mente dei governanti e dei semplici cittadini che hanno a cuore la vicinanza tra il vecchio continente e il Paese d'oltremanica. Una delle normative che rischia di perdere del tutto il proprio valore dopo il 29 marzo è quella relativa al roaming internazionale, senza la quale i cittadini britannici di passaggio nei Paesi dell'Unione rischiano di tornare a pagare cifre spropositate per connessione a Internet e chiamate, e forse viceversa; lo confermano le informazioni contenute in una nota interna proveniente dal ministero della Cultura inglese e ottenuta da Total Telecom che analizza alcune delle possibili conseguenze di una Brexit senza accordo.

Da una parte, sottolinea il rapporto, gli operatori britannici non sarebbero più in grado di negoziare prezzi di favore per chiamate e connessioni dati con le controparti d'oltremanica, e in questo modo avrebbero più difficoltà nell'offrire ai propri clienti il roaming a prezzi locali; d'altro canto le società non sarebbero più neppure costrette a farlo, poiché la normativa al riguardo — che dopo anni di gestazione finalmente protegge gli europei dai salassi improvvisi — nel Regno Unito non sarebbe più neppure in vigore. Purtroppo il problema rischia di non riguardare solamente gli inglesi, dal momento che l'avverarsi di uno scenario del genere ha chiaramente implicazioni anche in senso opposto. Con una Brexit senza accordo gli operatori del resto d'Europa avrebbero altrettanti problemi a negoziare prezzi di favore con le compagnie telefoniche del Regno Unito, né sarebbero costretti a sostenere di tasca propria i costi del roaming nel Paese — almeno non secondo la legge attuale.

Il ministro della Cultura inglese Jeremy Wright ha confermato al Guardian lo scenario dipinto dal documento interno trapelato in questi giorni, specificando che (nonostante le associazioni dei consumatori avessero chiesto comprensibilmente il contrario) il proprio governo lascerà alle società inglesi la libertà di decidere se continuare a offrire il roaming senza costi aggiuntivi oppure se riportare le lancette delle proprie tariffe europee al 2017. Per quel che riguarda i Paesi dell'Unione non sono a disposizione informazioni ufficiali, ma potrebbe spettare proprio all'Unione trovare una soluzione: posto che il Regno Unito non vi farà più parte in ogni caso, gli organi governativi potrebbero comunque imporre alla compagnie telefoniche europee di sostenere da sole i nuovi costi del roaming oltremanica, anche in caso di una Brexit senza accordo.

64 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views