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La Cina ha vietato l’uso delle auto Tesla nei suoi siti militari e ai funzionari di governo

La notizia è emersa nelle scorse ore e, stando a quanto riportato dal Wall Street Journal, coinvolgerebbe anche i funzionari del governo, impossibilitati a utilizzare i veicoli del gruppo. Alla base delle preoccupazioni ci sono i sensori a bordo delle auto, che potrebbero intercettare informazioni sensibili su spostamenti e siti cruciali per la sicurezza nazionale.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Nei siti militari cinesi non sono ammesse le auto elettriche prodotte dal gruppo statunitense Tesla, guidato dal multimiliardario Elon Musk. La notizia è emersa nelle scorse ore e stando a quanto riportato dal Wall Street Journal coinvolge anche i funzionari del governo, che non possono utilizzare i veicoli del gruppo in nessuna circostanza. Il fondatore e numero uno dell'azienda ha già commentato la notizia, ma le motivazioni dietro ai divieti sembrano serie: si tratta infatti di misure introdotte per garantire la sicurezza dei siti e degli apparati cinesi.

Sotto accusa il pilota automatico

Alla base delle preoccupazioni cinesi nei confronti delle Tesla c'è il loro sistema di guida Autopilot. I veicoli elettrici di Elon Musk vengono infatti forniti con una soluzione di guida assistita molto avanzata che — con un sovrapprezzo sul costo del veicolo — può trasformarsi in un sistema di vera e propria guida autonoma. Alla base c'è una strumentazione che deve potersi orientare nell'ambiente che circonda l'auto: telecamere, lidar e altri sensori funzionano come occhi e orecchie per una intelligenza artificiale che poi agisce su volante, acceleratore e freno guidando di fatto l'auto.

Occhi e orecchie elettronici

L'elaborazione di questi dati avviene completamente a bordo del veicolo, che altrimenti non avrebbe il tempo di reagire in tempo reale a quanto sta avvenendo sulla carreggiata, ma la preoccupazione di Pechino sembra essere che alcune delle informazioni captate vengano trasmesse su server al di fuori del territorio nazionale. L'attenzione particolare per siti militari e movimenti dei funzionari governativi deriva proprio da questo aspetto — ovvero dal timore che le posizioni GPS e le conformazioni territoriali e infrasturutturali di siti sensibili per la sicurezza nazionale finiscano nelle mani di organizzazioni estere o di un altro governo.

I casi negli Stati Uniti

Per alcuni osservatori la mossa rappresenta un tentativo di iniziare a prendere le distanze da un produttore di auto in competizione con alcuni astri nascenti del settore in patria — anche perché questo tipo di sensori è già presente su molte auto di altri produttori e lo sarà in misura sempre maggiore. Se da una parte i timori suonano infondati, basta pensare a quanto sta accadendo a parti inverse negli Stati Uniti — dove l'ex presidente Donald Trump ha messo sotto accusa sia il produttore di smartphone Huawei che l'ormai onnipresente piattaforma di condivisione video TikTok citando proprio preoccupazioni in fatto di sicurezza nazionale.

La risposta di Elon Musk

Il numero uno dell'azienda, Elon Musk, nel frattempo ha già risposto alle accuse nate dalla pubblicazione della notizia. "Se Tesla usasse le proprie auto per spiare ciò che avviene su strada — in Cina come in qualunque altro luogo nel mondo — verrebbe semplicemente chiusa: abbiamo un forte incentivo a proteggere ogni tipo di informazione che ci troviamo a gestire".

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