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Covid 19

La Cina sta censurando le critiche online al governo sul coronavirus

Il governo cinese sta reagendo ai contenuti negativi che i cittadini stanno pubblicando online a commento della gestione dell’emergenza. Tweet, messaggi privati e altri interventi online vengono limitati o rimossi, mentre in alcuni casi gli ufficiali cercano di risalire alla fonte perseguendo gli autori.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Con l'arrivo in Italia del nuovo coronavirus, le contestazioni e le critiche al governo per la gestione dell'emergenza non si sono certo fatte attendere, e i social network si sono confermati una piattaforma particolarmente efficace per raccogliere le voci di dissenso di una popolazione a tratti preoccupata. In Cina — dove l'epidemia si è generata — le cose stanno andando diversamente: secondo quanto riportato da Vice, il governo sta infatti infondendo parecchio impegno per silenziare chi ne critica l'operato in relazione alla diffusione del coronavirus, andando a caccia di chi pubblica commenti negativi su social network e piattaforme di messaggistica istantanea.

Una testimonianza raccolta da Vice è quella di un imprenditore di Wuhan in vacanza negli Stati Uniti che, dopo aver inviato su WeChat alla propria famiglia rimasta in Cina delle informazioni dettagliate e aggiornate sull'epidemia, sembra sia stato messo nel mirino del governo cinese. Secondo quanto raccontato, degli amici avrebbero presto cercato di mettersi in contatto con lui chiedendogli tutti il suo luogo di residenza preciso e il suo numero di telefono statunitense; poco tempo dopo avrebbe subito un tentativo di intrusione nel suo account; infine gli stessi amici che gli chiedevano informazioni gli avrebbero chiesto di tornare in patria il più presto possibile, probabilmente — è l'ipotesi dell'imprenditore — sotto richiesta governativa.

Un altro episodio narrato da Vice ha avuto luogo direttamente in Cina, dove un cinguettio di critica su Twitter sembra sia costato a un utente la visita da parte di ufficiali governativi. L'autore sarebbe stato prima raggiunto da una convocazione telefonica, e poi direttamente da una visita a domicilio nel corso della quale sembra gli sia stato fatto firmare un documento nel quale si impegna a non reiterare il comportamento antigovernativo.

Stando a Vice, il governo cinese potrebbe essere arrivato al primo utente monitorando il traffico di WeChat e risalendo così ai suoi dati sensibili (Tencent, l'azienda che sviluppa la piattaforma, non ha fornito commenti al riguardo), mentre all'utente Twitter rivolgendosi direttamente agli operatori telefonici dei quali detiene il controllo, ottenendo così il numero di telefono legato all'account, che in Cina è a sua volta collegato a una banca dati che contiene le informazioni personali dei cittadini.

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