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La Francia ordina a WhatsApp di interrompere la condivisione dei dati con Facebook

La Commission nationale de l’informatique et des libertés (CNIL) francese ha ordinato a WhatsApp di bloccare la condivisione dei dati con Facebook, una procedura avviata la scorso anno e che già aveva alimentato numerose polemiche.
A cura di Marco Paretti
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La Commission nationale de l'informatique et des libertés (CNIL) francese ha ordinato a WhatsApp di bloccare la condivisione dei dati con Facebook, una procedura avviata la scorso anno e che già aveva alimentato numerose polemiche. L’applicazione ha un mese di tempo per adattarsi alla nuova richiesta, come riportato da una nota pubblicata sul sito del governo francese. Nel corso del 2016 WhatsApp ha aggiornato i propri termini di servizio specificando di voler iniziare a condividere i dati dell’app di messaggistica con Facebook, realtà proprietaria di WhatsApp da ormai diverso tempo, con l’obiettivo di sviluppare annunci pubblicitari targhettizzati e misure di sicurezza.

Secondo la CNIL, invece, queste motivazioni non sono accettabili e gli utenti non hanno nessuna possibilità di impedire questa raccolta di dati se non disinstallando l’applicazione. Questo, secondo l’organo di controllo, “viola le libertà fondamentali degli utenti”. Da qui è arrivata la richiesta di interrompere questa pratica – per il momento solo in Francia – che WhatsApp dovrà accontentare entro un mese per poter continuare ad operare nel paese. Non è la prima volta che una nazione europea si scaglia contro l‘applicazione: lo scorso settembre la Germania aveva ordinato a Facebook di non raccogliere più dati da WhatsApp e nel Regno Unito il social network ha acconsentito ad interrompere la pratica lo scorso novembre.

A maggio, inoltre, Facebook è stato multato per 122 milioni di dollari dall’Unione Europea per aver fornito “informazioni fuorvianti” riguardo la sua acquisizione di WhatsApp quando sosteneva di non essere in grado di collegare gli account dell’app di messaggistica con quelli del social network. A settembre, infine, l’UE ha chiesto a tutte le piattaforme social, incluso Facebook, di prendere posizioni più nette sugli abusi e i contenuti d’odio minacciando ripercussioni legali per chi non lo avesse fatto.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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