63 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La Francia vuole abbinare l’identità digitale al riconoscimento facciale

In un’intervista al quotidiano francese Le Monde il segretario di Stato agli affari digitali ha affermato che queste tecnologie vanno regolamentate ma che, utilizzate negli ambiti corretti, non pongono problemi e portano semplificazione. La proposta è quella di una commissione che valuti caso per caso.
A cura di Lorenzo Longhitano
63 CONDIVISIONI
Immagine

L'utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale impiegate in ambito governativo è un tema dibattuto in tutto il mondo: i vantaggi sono innegabili almeno quanto i potenziali pericoli, ma sembra che in Europa ci sia almeno un Paese disposto a bruciare le tappe per arrivare a varare un sistema statale di identità digitali legate all'impiego di questa tecnologia: la Francia. L'ultima conferma arriva dal segretario di Stato agli affari digitali, Cédric O, che in una intervista concessa in queste ore al quotidiano Le Monde ha annunciato di voler istituire una commissione che tiri le fila di tutti gli esperimenti che il Paese transalpino sta portando avanti sul tema.

Solo pochi giorni fa in effetti il governo di Emmanuel Macron aveva annunciato di voler avviare entro novembre un programma di identità digitale legato ai dati biometrici dei cittadini: battezzato Alicem, il sistema è stato avviato in una prima fase di prova e ha permesso a una ristretta cerchia di cittadini di accedere ai servizi messi a disposizione dallo stato attraverso un'app e funzioni di riconoscimento facciale. Il garante per la privacy e una dei più importanti gruppi per la protezione dei diritti digitali locali si sono però immediatamente schierati contro l'iniziativa, definendo il sistema contrario alle normative europee sullo stoccaggio e l'utilizzo dei dati personali, ma anche potenzialmente illegale.

Nell'intervista concessa in queste ore il segretario di Stato agli affari digitali sembra voler mediare tra le due posizioni: nella proposta di O il garante per la privacy entrerebbe a far parte – insieme ad altre autorità di regolamentazione – della commissione destinata a valutare la bontà dei progetti in via di sviluppo; inoltre, secondo O, su temi delicati come il riconoscimento facciale in tempo reale sulle videocamere di sorveglianza a circuito chiuso "serve un dibattito civico, per esaminare le domande legittime tra uso, protezione e libertà".

È innegabile però che il governo voglia lavorare per modificare la percezione che i suoi cittadini hanno di questa tecnologia, che "va regolamentata" ma che in alcuni ambiti "non pone alcun problema e anzi porta semplificazione". In particolare su Alicem non sembra esserci molto spazio di manovra per gli oppositori del progetto: la tecnologia non sarà ampliata al grande pubblico a novembre come precedentemente ipotizzato, ma per il governo le accuse formulate nei confronti del sistema sono semplicemente frutto di disinformazione.

63 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views