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La Guardia di Finanza ha sequestrato i 76 siti web e canali Telegram pirata più importanti in Italia

L’operazione è stata battezzata Evil Web e si è concentrata sull’operato di quattro esperti informatici che operavano online sotto nickname ben noti alle comunità di utenti che usufruivano dei loro servizi. Le forze dell’ordine stanno però cercando di identificare anche questi ultimi, che rischiano fino a 3 anni di reclusione.
A cura di Lorenzo Longhitano
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È una ferita grave quella che il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Gorizia ha inferto al mondo della pirateria online in queste ore: nell'ambito di un'operazione battezzata Evil Web, le forze dell'ordine hanno infatti messo sotto sequestro preventivo 58 siti web e 18 canali Telegram che offrivano ai loro utenti accesso diretto o indiretto a materiale protetto da copyright come film, serie TV, accesso a canali in abbonamento, libri, quotidiani, riviste e software.

Colpiti i soggetti più influenti

La magnitudine dell'operazione è stata evidenziata dalla stessa Guardia di Finanza specificando come le risorse oscurate vantassero più di 80 milioni di accessi annuali, rappresentando secondo i calcoli delle forze dell'ordine circa il 90 percento della pirateria audiovisiva ed editoriale nel nostro Paese. Tra i siti bloccati, riferisce il comunicato relativo all'operazione, sembra esserci anche il portale considerato dalle forze dell'ordine come punto di riferimento in Italia per la diffusione di guide, software e metodologie informatiche che i visitatori potevano consultare, scaricare e apprensere per accedere a contenuti illegali di ogni genere.

Anche gli utenti nel mirino

L'intervento è andato a colpire decine canali Telegram e domini Web legati a quattro particolari nickname – Diabolik, Doc, Spongebob e Webflix – legati a esperti informatici che operavano sia nel mondo della diffusione di contenuti scaricabili che in quello dei prodotti in streaming, fino a toccare il panorama delle IPTV con "film di prima visione, prodotti audiovisivi appannaggio delle payTV, eventi sportivi di ogni genere, cartoni" e molto altro. L'operazione sta proseguendo tutt'ora in due direzioni: la prima è una collaborazione giudiziaria internazionale attraverso la quale le autorità sperano di poter sequestrare i server dai quali vengono fisicamente divulgati i contenuti presso gli utenti italiani; la seconda è legata al filone IPTV dell'indagine e si concentrerà nell'individuare circa un migliaio di abbonati a questi servizi, sia in Italia che all'estero.

Cosa si rischia

Questi ultimi tutti riconducibili al panorama degli utenti del cosiddetto Pezzotto, i quali – ricorda la Guardia di Finanza – verranno segnalati alla Autorità Giudiziaria e, in base alla legge sul diritto d'autore, rischiano una pena fino a 3 anni di reclusione e più di 25.000 euro di multa, ma potrebbero anche essere accusati per il reato di ricettazione.

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