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La guida di WhatsApp contro le truffe online sull’app di messaggistica

I gestori dell’app sono a conoscenza del rischio che corrono gli utenti meno preparati e hanno avviato una campagna mirata a sensibilizzare il pubblico sul tema.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Il fenomeno delle truffe WhatsApp ormai è fuori controllo in tutto il mondo, e il motivo è molto semplice: la piattaforma di messaggistica è utilizzata da più di due miliardi e mezzo di persone ed è diventata uno dei mezzi di comunicazione più diffusi su tutto il pianeta; criminali e truffatori hanno insomma un vantaggio concreto nel seminare esche su un portale che permette di inviare messaggi gratuiti e aspettare che qualcuno abbocchi. Gli stessi gestori dell'app sono a conoscenza del rischio che corrono gli utenti meno preparati a rispondere alle comunicazioni fraudolente, e per questo hanno avviato una campagna mirata a sensibilizzare questi ultimi sul tema delle truffe online.

La campagna nel Regno Unito

L'iniziativa per il momento è limitata al Regno Unito ed è stata battezzata "Stop, Think, Call", ovvero "Fermati, Ragiona, Chiama", dal nome delle tre azioni che aiutano gli utenti a rimanere protetti dai tentativi di frode su WhatsApp. Come la maggior parte delle operazioni di questo tipo, le truffe WhatsApp si basano sull'ingannare l'interlocutore e convincerlo a credere a una menzogna. Dagli sconti imperdibili della catena di abbigliamento al pacco in attesa di essere ritirato, fino all'amico che chiede in prestito denaro e quello che chiede di inviare il codice da 6 cifre senza fare domande: da ciascuna di queste truffe si può rimanere al sicuro con le tre azioni elencate.

Le tre armi contro le truffe

Dopo aver ricevuto un messaggio sospetto l'importante è innanzitutto fermarsi, verificare che le opzioni della privacy dell'app siano impostate a proprio piacimento e che l'autenticazione a due fattori sia attiva a protezione del proprio profilo. A questo punto si può ragionare sulla comunicazione appena ricevuta: richieste oppure offerte di denaro, concorsi a premi e minacce di multe o bollette in arretrato vanno sempre considerati messaggi sospetti. Nei casi più incerti, una chiamata è quasi sempre quel che serve per controllare che la richiesta ricevuta sia legittima: se il mittente del messaggio si spaccia per un amico o un familiare preciso, richiamarlo al numero che si ha già in rubrica può fugare ogni dubbio, così come chiedergli qualcosa che uno sconosciuto non potrebbe sapere; nel caso di un'azienda invece si possono trovare i riferimenti online.

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