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La Russia avrà la sua Internet, Putin firma la legge che può sganciarla dal resto del web

Nella giornata di mercoledì è diventato legge il progetto che mira a dare all’infrastruttura di rete interna al Paese la possibilità di mantenere i cittadini online anche in caso di interferenze dall’esterno. Il sistema darà però al governo anche la possibilità di agire all’opposto, ovvero di impedire l’accesso ai siti web giudicati come una minaccia.
A cura di Lorenzo Longhitano
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La Russia disporrà presto di una propria rete Internet potenzialmente scollegabile da quella che tiene in contatto il resto del mondo. È lo scopo che il governo del Paese si era prefissato lavorando alla legge approvata mercoledì e che entrerà in vigore il prossimo novembre, stando alla quale tutti i provider nazionali dovranno adeguare le proprie infrastrutture per fare in modo che gli utenti russi possano navigare online indipendentemente da quel che succede al di fuori dei confini nazionali. Si tratta di fatto di innalzare confini virtuali per dare vita a una vera e propria Internet dentro a Internet che gli osservatori hanno già hanno battezzato da qualche tempo RuNet — un dominio completamente locale le cui regole e attività saranno definite e supervisionate dal Roskomnadzor, l'agenzia governativa per le telecomunicazioni.

Lo scopo ufficiale della legge è quello di proteggere le attività online dalle minacce cibertetiche provenienti dall'esterno — inclusa la possibilità estrema che la Russia venga deliberatamente tagliata fuori dall'accesso alla Rete globale a causa di attacchi informatici o decisioni politiche. Costringendo tutto il traffico originato all'interno del Paese a transitare solamente sui server di reindirizzamento fisicamente localizzati nel territorio nazionale, il governo può però ottenere molto di più: intanto acquisisce più margine di manovra nel controllo e nell'eventuale censura di attività sgradite, ma soprattutto ha la possibilità di essere il primo a tagliare fuori i propri cittadini dall'accesso al mondo esterno. Per questi e altri motivi la legge ha incontrato un'opposizione dura, sia all'estero che in Patria, dove stando a un sondaggio di un istituto nazionale il 52% dei cittadini si è dichiarato contrario all'attuazione; le proteste però non sono state sufficienti a fermare il cammino del provvedmento.

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