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La simulazione della NASA: “Se scopriamo un asteroide diretto sulla Terra, la distruggerà”

L’esercitazione si è tenuta nel corso di una conferenza delle Nazioni Unite e ha dato risultati poco incoraggianti: se dovesse concretizzarsi uno scenario simile a quello prospettato, con il livello di organizzazione del quale disponiamo non saremmo in grado di lanciare alcuna contromisura efficace.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Se un grande asteroide dovesse finire in rotta di collisione con la Terra, non c'è molto che potremmo fare – anche avendo questa informazione in anticipo di svariati mesi. È la conclusione che giunge dall'ultima esercitazione ipotetica svolta dai ricercatori della NASA per esplorare possibili scenari apocalittici che però per il momento ancora non sono neppure all'orizzionte. L'esercitazione si è tenuta nel corso di una conferenza delle Nazioni Unite e ha dato risultati poco incoraggianti: se dovesse concretizzarsi uno scenario simile a quello prospettato – è la conclusione dello studio – con il livello di organizzazione del quale disponiamo attualmente non saremmo in grado di lanciare alcuna contromisura efficace.

A cosa servono i test

La simulazione non è un semplice esercizio teorico: attualmente – è bene ricordarlo – non siamo a conoscenza asteroidi in rotta di collisione con il nostro pianeta a breve, medio o lungo termine. D'altro canto però resta vero che di oggetti di varia natura che transitano o si preparano a transitare nelle prossimità del nostro pianeta (i cosiddetti Near-Earth Objects) ne vengono identificati a decine ogni settimana che passa, e attualmente i ricercatori ne tengono d'occhio circa 25.000. Non stupisce dunque che gli scienziati desiderino per lo meno sapere se l'umanità sarebbe all'altezza di un compito che finora è stato affrontato solamente nella fantascienza; il problema è che, passando dalla fiction al mondo reale, le probabilità di sopravvivenza della nostra specie si abbassano drasticamente.

L'evacuazione

Per i ricercatori, esercitazioni ipotetiche come questa identificano quali nel mondo possano essere i soggetti chiave per coordinare eventuali azioni di difesa, e aiutano la comunità internazionale a capire quali siano le strade più efficaci per lavorare verso un comune obbiettivo. Resta il fatto che al momento, l'unica risposta che attualmente saremmo in grado di organizzare alla notizia di un impatto imminente è una evacuazione: sgombrare l'area dello schianto da tutta la popolazione possibile.

Le speranze a medio termine risiedono in un programma chiamato DART, o Double Asteroid Redirection Test: si tratta in sostanza di un tentativo di deviare la rotta di un oggetto in collisione utilizzando la forza di un impatto preventivo lanciato dal nostro pianeta. La prima prova verrà effettuata su un asteroide innocuo e già identificato dai tecnici: si tratta di Dimorphos, che nell'autunno dell'anno prossimo sarà bersagliato da un missile del programma DART per verificare quale sia l'impatto di un'operazione simile su un corpo celeste.

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