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La trasparenza secondo AgCom

L’authority per le comunicazioni ha reso noto che “in un’ottica di massima trasparenza” gli ordini del giorno delle riunioni di Consiglio e Commissioni saranno pubblicate in rete. Ora siamo un Paese meno anormale.
A cura di Angelo Marra
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In casa AgCom è stata introdotta la trasparenza. Anzi, la "massima trasparenza" per quello che riguarda l'operato dell'authority sulle comunicazioni. Da ieri infatti gli ordini del giorno delle riunioni del Consiglio e delle due Commissioni saranno finalmente resi pubblici e a disposizione degli utenti italiani, gli stessi che nei mesi scorsi avevano espresso le loro indicazioni circa le candidature ai vertici dell'autorità e che erano stati del tutto ignorati (forse allora non era ancora così trasparente).

Bisogna capire ora come interpretare questa svolta democratica dell'era Cardani e qui dipende molto dalla predisposizione caratteriale di ognuno di noi. In una ventata di ottimismo si può pensare che l'authority, dopo i secoli bui di Calabrò e le polemiche roventi di questa estate sull'elezione dei consiglieri abbia deciso di fare un piccolo passo in avanti verso una normalizzazione che nel farraginoso sistema-Italia ha il sapore dell'evento epocale.

Se a dominare invece è lo scetticismo, legittimato dalla subordinazione del nostro paese in tema di libertà e trasparenza a diversi paesi del Terzo Mondo, allora viene da pensare ad una verniciata di fresco che punta, con poca efficacia, a coprire ampie macchie di ruggine che caratterizzano da sempre l'authority, inclusa l'attuale giunta eletta per chiamata divina con buona pace di curriculum e trasparenza.

Sarò poco fiducioso ma nella pubblicazione degli ordini del giorno non vedo alcun segno di trasparenza; potrei notarlo, come ha saggiamente suggerito Marco Pierani sul suo blog, se oltre all'elenco delle attività fosse resa nota anche la posizione dei singoli consiglieri, compresi quelli dissidenti rispetto a scelte prese a maggioranza. Mi aiuterebbe a comprendere come vengono prese le decisioni sugli argomenti e a valutare l'operato dei singoli. Ma soprattutto vedrei trasparenza se la scelta stessa dei consiglieri fosse fatta in tale ottica, con le opinioni di esperti e società civile tenute in stretta considerazione così come l'accertata competenza ed esperienza dei candidati. L'AgCom è trasparente, sì, ma non così tanto. Per un'authority che lo sia davvero occorrerà molto, nel frattempo dovremo accontentarci degli ordini del giorno.

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