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La truffa romantica del finto militare su Facebook

Facebook è un luogo dove le truffe sono all’ordine del giorno. Tra chi organizza truffe spacciandosi addirittura per Mark Zuckerberg e chi truffa gli utenti con lotterie false, c’è anche chi truffa le persone fingendosi militari. Un fenomeno in crescita negli Usa.
A cura di Francesco Russo
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Facebook è un luogo dove le truffe sono purtroppo all'ordine del giorno. Tra chi organizza truffe spacciandosi addirittura per Mark Zuckerberg e chi truffa gli utenti con lotterie false, c'è anche chi truffa le persone fingendosi un militare. La pratica adoperata dai truffatori, in questo caso, è più o meno la stessa di quella usata per fingersi celebrità e personalità famose. Si ruba la foto profilo dall'account di un militare in servizio, si crea un account falso, quindi un account fake, e poi si va alla ricerca di possibili vittime, spesso donne vedove o single. Individuata la vittima, si procede all'invio di diversi messaggi, in attesa che la malcapitata abbocchi. Una volta che un account ci casca, i truffatori tendono poi a spostare le conversazioni su Hangouts di Google o su WhatsApp, soprattutto nel caso in cui Facebook cancelli i loro account. Una pratica che negli Usa si sta diffondendo molto negli ultimi tempi.

Con l'avvento dei social media le truffe hanno cominciato ad espandersi anche su Facebook, Instagram, WhatsApp e non solo. Negli ultimi anni si è registrato un aumento esponenziale del fenomeno, prendendo di mira i social network e le app molto frequentate. Alcuni dati recenti evidenziano come solo nel 2018 si sia registrato un aumento delle truffe social del 43 percento rispetto all'anno precedente, un fenomeno molto esteso e diversificato nelle tipologie in cui si presenta.

Ultimamente, negli Usa, si è verificato un incremento di truffe romantiche che coinvolgono militari in servizio. In pratica, il truffatore ruba la foto profilo di un militare, crea un account falso e poi va alla ricerca di possibili vittime, spesso donne vedove o single. Una volta trovate le vittime, inizia a tempestare gli account di messaggi in attesa che la vittima abbocchi. È evidente che piattaforme come Facebook o Instagram hanno offerto ai truffatori la possibilità di inscenare truffe sempre più credibili, quasi difficili da scoprire.

Del recente incremento del fenomeno negli Usa se ne sono interessati anche l'FBI e organi militari, riuscendo a scoprire che dietro queste truffe spesso si celano giovani africani. Infatti, seguendo le indagini su questo fronte, si è arrivati in Nigeria. Il Times di recente ha raccolto la testimonianza di sei persone che dicevano di aver truffato decine di "occidentali" perché rendeva meglio che trovare un lavoro, difficile da trovare dalle loro parti.

Una situazione che viene resa possibile quindi dalle precarie condizioni sociali, dalla possibilità di accedere a internet facilmente (la Nigeria è stata spesso usata come luogo in cui testare nuove tecnologie, anche da Facebook) e la padronanza dell'inglese. Ci sono chat in cui i truffatori nigeriani si scambiano modi di dire per apparire sempre più americani e anche film da menzionare nelle conversazioni con le vittime. Alcuni di loro sono stati assaliti anche da scrupoli di coscienza, ammettendo di aver, nel corso della truffa, provato sei sentimenti per le vittime stesse.

Cosa fa Facebook in caso di truffe

Il ruolo di Facebook in tutto questo? Come noto, Facebook una volta individuata la truffa, attraverso i propri strumenti interni e anche attraverso segnalazioni, provvede a bloccare gli account, una volta che è evidente che non possono confermare l'identità dell'account che gestiscono. Da Menlo Park fanno sapere che, con questa metodologia, in un anno sono stati cancellati oltre 500.000 account, quindi più di mezzo milione di truffe. La società di Zuckerberg fa sapere di stare lavorando su un software che possa aiutare ad intervenire automaticamente, ma, per ora, il tutto viene gestito attraverso le segnalazioni degli utenti.

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