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L’Antitrust ha multato Google per 100 milioni di euro, ma l’azienda li guadagna in 6 ore

La questione riguarda JuicePass, un’app che è stata esclusa dall’interfaccia per i sistemi di infotainment automobilistici Android Auto. Per l’Antitrust si tratta di un tentativo di abuso di posizione dominante, al quale l’azienda dovrà rimediare consentendo agli sviluppatori libero accesso alla sua piattaforma.
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A cura di Lorenzo Longhitano
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Il colosso delle ricerche e della pubblicità Google ha subito in queste ore un'altra multa per abuso di posizione dominante. La sanzione è l'ultima di una lunga serie nel corso degli anni, è stata imposta dall'autorità garante della concorrenza e del mercato ed è da circa 102 milioni di euro: l'azienda statunitense è stata giudicata colpevole di aver impedito a un'app concorrente di funzionare adeguatamente sul suo sistema di infotainment Android Auto, favorendo se stessa e impedendo agli utenti di usufruire di servizi potenzialmente utili all'interno del proprio veicolo.

Perché Google è stata multata

La vicenda vede coinvolte la casa di Mountain View e Enel X Italia con la sua app JuicePass: il software è utile a chi possiede un veicolo elettrico perché consente di cercare colonnine di ricarica e soprattutto prenotarle in modo che siano libere per quando l'utente le raggiunge con la sua auto. L'app si può usare dal telefono ma, considerato che è dedicata agli automobilisti in viaggio, darebbe il meglio se potesse essere utilizzata su Android Auto – l'interfaccia Google dedicata ai sistemi di infotainment che può essere utilizzata anche alla guida nel rispetto dei requisiti di sicurezza e di riduzione della distrazione. Il fatto che Google non abbia mai reso possibile questo passaggio è quel che ha provocato l'intervento dell'antitrust.

A rimetterci sono gli utenti

Stando all'Autorità infatti la casa di Mountain View potrebbe avere intenzione di bloccare JuicePass per privilegiare il suo servizio di cartografia Google Maps, che per il momento non offre ancora le medesime funzionalità ma che potrebbe farlo presto, ponendosi in competizione con l'app di Enel X Italia. Google insomma controlla l'accesso ad Android Auto di app con le quali potrebbe essere in concorrenza, e bloccandolo favorisce se stessa in una competizione che non solo smette di essere equa, ma impedisce agli utenti di usufruire di servizi potenzialmente utili.

Importo inadeguato

Insieme alla multa, l'antitrus ha imposto a Google di aprire gli strumenti di sviluppo di Android Auto non solo a Enel X Italia, ma anche a tutti gli altri sviluppatori che ne faranno richiesta. Se il colosso statunitense non esaudirà la richiesta potrebbe trovarsi a dover pagare un'altra multa pari al doppio di quella disposta inizialmente. Il problema che gli importi in questione non sono particolarmente salati. La cifra di 100 milioni di euro è stata calcolata sulla base delle attività collegate a Google Maps e ai Google Services, che però non sono rappresentative del modo in cui l'azienda guadagna denaro.

Il modello basato sulla raccolta dati degli utenti consente infatti a Google di offrire la maggior parte dei propri prodotti gratuitamente o a costi minimi, mentre gli introiti provengono dagli inserzionisti pubblicitari. Le sue attività e la sua presenza globale le permettono di incamerare più di 400 milioni di euro in un solo giorno, motivo per cui il gruppo potrebbe semplicemente trovare più conveniente sottoporsi alle sanzioni e mantenere chiuso il suo sistema. Più incisiva potrebbe essere la misura estrema prevista dal provvedimento: se Google dovesse continuare a non seguire le indicazioni dell'antitrust, potrebbe trovarsi a dover bloccare l'intera piattaforma Android Auto presso gli utenti nostrani.

Di seguito la risposta fornita da Google tramite un suo portavoce:

“La priorità numero uno di Android Auto è garantire che le app possano essere usate in modo sicuro durante la guida. Per questo abbiamo linee guida stringenti sulle tipologie di app supportate, sulla base degli standard regolamentari del settore e di test sulla distrazione al volante. Le applicazioni compatibili con Android Auto sono migliaia, e il nostro obiettivo è consentire ad ancora più sviluppatori di rendere le proprie app disponibili nel tempo. Per esempio, abbiamo introdotto modelli di riferimento per le app di navigazione, di ricarica per le auto elettriche e per il parcheggio, che sono aperti e a disposizione degli sviluppatori. Siamo rispettosamente in disaccordo con la decisione dell’AGCM, esamineremo la documentazione e valuteremo i prossimi passi.”

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