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L’app Immuni è stata scaricata 5 milioni di volte, ma non è ancora abbastanza

I gestori dell’app festeggiano il traguardo raggiunto, che ha permesso al sistema di individuare e spegnere già diversi focolai ma che non è sufficiente ad affrontare la sfida che Covid-19 porrà agli italiani nei prossimi mesi. Con la riapertura delle scuole e il rientro a regime delle attività lavorative serve uno strumento più diffuso.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Con il nuovo aumento del numero dei contagi che si sta registrando in Italia nelle ultime settimane, il coronavirus sta tornando a far parlare di sé come non succedeva ormai da mesi. Allo stesso tempo però, uno degli strumenti che potrebbero servire di più per contenere la minaccia è rimasto sostanzialmente inutilizzato: si tratta dell'app Immuni, che dopo essere stata lanciata a giugno di quest'anno è stata scaricata soltanto 5 milioni di volte. Il nuovo traguardo raggiunto l'ha annunciato l'account Twitter dell'app parlandone come di un successo, anche se in realtà l'ideale sarebbe che a partire da questi prossimi giorni molte altre persone si convincano a scaricare il software.

La crescita di Immuni

L'app Immuni è stata scaricata quasi immediatamente da centinaia di migliaia di persone, arrivando a toccare il tetto di 2 milioni di download in poco più di una decina di giorni. Da allora il ritmo della diffusione dell'app ha iniziato comprensibilmente a rallentare, fino però quasi a fermarsi nel pieno dell'estate, complice probabilmente la battuta d'arresto nella progressione dell'epidemia. L'aumentare dei contagi e la riapertura a breve delle scuole e il ritorno a regime delle attività lavorative impone però un'inversione di tendenza, se veramente si vuole contare su Immuni come strumento utile a combattere il coronavirus.

Il banco di prova nei prossimi mesi

Il numero di download dell'app sta tornando a crescere in relazione ai timori di chi ha notato la risalita del numero di casi di Covid-19 e desidera sapere immediatamente se è stato a contatto con un potenziale positivo. L'importanza di Immuni però va ben oltre la protezione personale: oggi gli utenti avvisati dal sistema di tracciamento possono effettuare tamponi con più rapidità rispetto ai mesi della crisi, e nel caso isolarsi interrompendo la catena dei contagi. In queste settimane l'app Immuni ha aiutato a individuare e spegnere sul nascere più di un focolaio, il tutto pur essendo al momento utilizzata da poco più del 10 percento della popolazione. C'è da dire che le strade delle grandi città sono ancora semideserte, le aule scolastiche vuote e i mezzi pubblici vivibili: presto lo strumento dovrà essere più preciso e potente, e per diventarlo ha bisogno di diffondersi sugli smartphone degli italiani.

Chi ha voluto e sviluppato Immuni sapeva che l'utilità dell'app si sarebbe rivelata in questi prossimi mesi e non immediatamente dopo il lockdown. Per arrivare pronti a questa prova occorre però che il software sia già stato scaricato e attivato ovunque prima che i livelli di circolazione delle persone tornino quelli tipici di settembre-ottobre. In questo senso il numero di 5 milioni di download è un buon punto di partenza, ma niente di più: deve accompagnarsi a un restyling e a una nuova, serrata campagna di promozione dell'app, che spenga i timori sulla privacy dei più diffidenti e convinca i più fatalisti che l'app non serve solamente a loro, ma a tutta la comunità.

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