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L’app per musicisti Audacity è diventata uno spyware: se ce l’hai, cancellala

Nata come app sviluppata da un gruppo di volontari, l’app è stata scaricata negli anni decine di milioni di volte. Ora l’ha acquisita un’azienda che nel distribuirla ne ha modificato in parte il funzionamento, aggiornando l’informativa sulla privacy con dettagli che parlano di dati inoltrati presso server in Russia.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Per musicisti e altri professionisti che lavorano nel mondo dei contenuti multimediali, Audacity è una risorsa preziosa: l'app disponibile per computer Mac e Windows è stata scaricata decine di milioni di volte e permette di modificare e manipolare flussi audio in modo complesso e soprattutto di farlo gratuitamente, senza la spesa esorbitante richiesta dalle alternative commerciali. Negli ultimi giorni però l'azienda che lo distribuisce ne ha modificato in parte il funzionamento e il software è stato per questo classificato dagli osservatori di Fosspost come uno spyware potenzialmente pericoloso.

L'acquisizione e la trasformazione

Dietro alla vicenda c'è l'acquisizione di Audacity da parte di Muse Group, un'azienda che sviluppa software in ambito musicale e con sede principale in Russia. Dopo aver messo le mani su Audacity, il gruppo sembra aver dato all'app la capacità di spedire numerosi dati degli utenti all'esterno del loro computer: la novità è stata scovata dagli utenti ed è finita sotto i riflettori dopo l'intervento della testata Fosspost, che ha sottolineato come dal 2 luglio il gruppo abbia modificato anche i termini di utilizzo di Audacity in merito alla privacy degli utenti.

I dati rastrellati

Nel documento viene spiegato che tra le informazioni che Audacity sarà in grado di trasmettere via Internet ci sono il nome e la versione del sistema operativo in uso, il Paese di provenienza degli utenti, errori all'interno dell'app e "qualunque tipo di dato necessario alle forze dell'ordine" che gli sviluppatori forniranno su richiesta. I dati verranno memorizzati all'interno di server presenti nello spazio economico europeo, ma potranno essere "occasionalmente" inoltrati presso gli uffici centrali in Russia e Stati Uniti.

A cosa serve la funzionalità

A prescindere dai Paesi coinvolti, il nodo della questione è che Audacity non fa nulla per cui sia realmente necessario collegarsi a Internet: Muse Group sta in sostanza modificando un prodotto che funziona, dandogli la capacità di rastrellare informazioni su chi lo usa. L'app inoltre rimarrà gratuita, ma se prima era il frutto del lavoro di volontari adesso a gestirla c'è un'azienda che desidererà un ritorno economico: il pagamento – è l'accusa dei più scettici sulla vicenda – sarà corrisposto dagli utenti sotto forma dei loro dati personali.

Muse Group ha già risposto alle accuse spiegando di voler spiegare meglio le modifiche apportate all'informativa sulla privacy, ma tra i critici c'è chi sta già consigliando di disinstallare Audacity dai propri dispositivi in attesa di chiarimenti. Tra le app alternative figurano Audiodope e OceanAudio, oppure le versioni precedenti dello stesso software, che essendo open source saranno riprese in mano da altri volontari e portate avanti in modo trasparente.

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