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L’aria condizionata del futuro sparerà il calore nello spazio

Un dispositivo ideato dall’università di Buffalo utilizza il principio del raffreddamento radiativo per eliminare il calore in eccesso da uffici e abitazioni. Si tratta di una scatola che emette verso l’alto il calore catturato dall’ambiente circostante e allo stesso tempo riflette completamente la luce solare che lo colpisce.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Uno dei contributi più pesanti al riscaldamento globale arriva ironicamente dai sistemi di condizionamento dell'aria, che secondo un rapporto dell'International Energy Agency potrebbero arrivare entro il 2050 a consumare tanta energia elettrica quanto ne consuma al giorno d'oggi l'intera Cina. Trovare alternative agli attuali impianti così affamati di energia elettrica potrebbe alleviare gli effetti della crisi climatica che attanaglia il pianeta, ed è per questo che sta attirando l'attenzione in queste ore un dispositivo realizzato dai ricercatori dell'università di Buffalo che promette di aiutare ad abbattere le temperature di uffici e abitazioni proiettando il calore dell'ambiente circostante direttamente nello spazio, il tutto senza consumare energia elettrica.

Il dispositivo è una scatola da una trentina di centimetri di lato che sfrutta il principio del raffreddamento radiativo, ovvero il processo naturale tramite il quale un corpo perde naturalmente il calore del quale dispone per immetterlo nell'ambiente che lo circonda in una forma capace di superare la barriera naturale dell'atmosfera terrestre. Si tratta dello stesso fenomeno grazie al quale il mare perde durante la notte il calore immagazzinato durante la giornata, e che il prodotto ideato dai ricercatori cerca di sfruttare anche quando il sole è alto nel cielo.

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Per farlo vengono utilizzati speciali pannelli multistrato composti di diversi materiali, che insieme permettono al dispositivo sia di rilasciare in modo efficiente il calore che catturano dall'ambiente circostante, sia di riflettere quasi del tutto la luce solare che lo colpisce, evitando così di immagazzinare calore in eccesso. Pensata per essere installata in gran numero sui tetti degli edifici, la scatola ospita i pannelli ad angolazioni ben precise, in modo che sia i raggi solari riflessi, sia il calore assorbito dagli edifici vengano proiettati in un'unica, precisa direzione: anziché irradiarsi tutt'intorno finendo con l'essere riassorbiti dagli elementi dell'ambiente circostante, entrambi vengono infatti diretti esclusivamente verso l'alto, dove possono superare l'atmosfera e disperdersi nello spazio.

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In realtà il dispositivo non è la prima applicazione pratica di questo principio nel campo del raffreddamento ambientale: i pannelli impiegati si ispirano al lavoro di altri ricercatori che già anni fa hanno ottenuto risultati promettenti in via teorica (con diminuzioni dai 5 ai 10 gradi centigradi dell'aria immediatamente circostante) ma che ancora stanno lavorando per realizzare prodotti utilizzabili su larga scala e in grado di sostituire i sempre più economici condizionatori tradizionali. Resta difficile dunque prevedere se e quando sistemi simili potranno sostituire quelli attuali presenti nelle case, ma i primi progetti pilota potrebbero partire già a breve.

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