Larry Page nuovo CEO di Google, Schmidt resta presidente esecutivo
Sono giornate calde per il mondo tech. La settimana si è aperta con il (si spera) temporaneo abbandono di Apple da parte di Steve Jobs per malattia ed ora si chiude con un'altra notizia bomba: Eric Schmidt lascia la carica di CEO di Google dopo quasi 10 anni di onorata carriera. Si tratta di uno di quegli eventi che sarà consegnato all'epica dell'universo geek e non sarà facile eguagliare i risultati che questo brillante ingegnere cinquantacinquenne è riuscito a a consegnare alla compagnia. Ad assumersi l'onere di continuare il lavoro di Schmidt è uno dei due fondatori del colosso di Mountain View: Larry Page, che si occuperà dello sviluppo dei prodotti e della strategia tecnologica, mentre il co-fondatore Sergey Brin si concentrerà sui prodotti strategici e sui nuovi progetti. Secondo le parole dello stesso Schmidt, che resta in Google con la carica di presidente esecutivo, la decisione di nominare Larry Page nuovo CEO è dovuta principalmente al desiderio di "semplificare la struttura manageriale per accelerare il processo decisionale". E così, nel corso delle vacanze natalizie, Schmidt, Page e Brin hanno concluso che era ormai tempo di fare qualche cambiamento al vertice, anche per assestare una pennellata di novità e segnalare all'universo tech che tira aria nuova dalle parti di Mountain View. In uno dei primi passaggi del discorso che Schimdt consegna ai cybernauti dalle pagine del corporate blog di Google si legge, infatti:
"As Google has grown, managing the business has become more complicated. So Larry, Sergey and I have been talking for a long time about how best to simplify our management structure and speed up decision making—and over the holidays we decided now was the right moment to make some changes to the way we are structured".
Schmidt sembra assolutamente sereno rispetto alla decisione presa, e afferma "Negli ultimi 10 anni siamo stati ugualmente coinvolti nel processo decisionale, e devo dire che il triumvirato ha dato ottimi risultati dal punto di vista della condivisione della conoscenza e continueremo a discutere le grandi decisioni tra noi" ma, comunque "una supervisione adulta nel giorno per giorno non è più necessaria: Larry fonderà la visione di business con la tecnologia mentre io mi occuperò di relazioni con clienti e relazioni d'affari di più ampio respiro". Un modo come un altro per dire che Page e Brin sono ormai abbastanza grandi per occuparsi da soli della loro creatura, ed è tempo che Schimdt si ritagli uno spazio ugualmente importante, ma più defilato.
Nel corso della giornata di ieri, inoltre, Google ha reso pubblici i risultati trimestrali, che si sono rivelati ampiamente superiori alle aspettative, segno dell'ottimo stato di salute del colosso di Mountain View. Il fatturato è salito del 17%, raggiungendo quota 8,44 miliardi di dollari, ed il profitto netto è stato di 2,54 miliardi di dollari (+29%), insomma: lo straordinario lavoro di Eric Schmidt è indiscutibile, cristallino. Ma è pur vero che il più agguerrito competitor di Google è Facebook, ed il social network è capitanato da un CEO (fondatore) di soli 26 anni. Come ha detto il buon Eric, anche per Larry e Sergey è giunto il momento di "diventare grandi".
I tre capi di BigG sono sempre stati molto affiatati e c'è da credere che le dinamiche decisionali, in fondo, non cambieranno poi così tanto, anche perché, come dice lo stesso Schmidt a chiusura della lettera di commiato:
"As friends, co-workers and computer scientists we have a lot in common, most important of all a profound belief in the potential for technology to make the world a better place. We love Google—our people, our products and most of all the opportunity we have to improve the lives of millions of people around the world".