L’Italia è il Paese meno social d’Europa: questo studio spiega perché
Dopo l'amaro risultato ottenuto nella classifica dei paesi che leggono con più frequenza in Europa, il Bel Paese deve a malincuore ingoiare un altro primato negativo. Questa volta si tratta dell'uso dei social network, in modo particolare Facebook, Instagram, Snapchat, TikTok e Twitter. Contrariamente all'adagio popolare che ci vedrebbe connessi 24 ore su 24, gli italiani si sono posizionati ultimi tra i paesi del vecchio continente. Per quanto ci riguarda, il "Regional yearbook 2021 edition", un rapporto dell'Eurostat che fornisce un quadro dettagliato dei paesi europei su un'ampia gamma di temi, rivela dati preoccupanti: solo il 48% degli italiani con un età compresa tra i 16 e i 74 anni ha utilizzato le piattaforma sopra menzionate nel 2020.
I dettagli dello studio
La percentuale italiana, da sola, non dà l'idea dell'entità del problema. Nel 2020, la media europea delle persone che hanno utilizzato i social network nei tre mesi precedenti l'ultima indagine corrisponde al 57%. Da notare il fatto che "il tasso di partecipazione dei giovani adulti di età compresa tra i 16 e i 24 anni (87%) era quasi quattro volte superiore al tasso corrispondente per gli anziani di età compresa tra i 65 e i 74 anni (22%)", scrivono gli autori dello studio. Una differenza che va però messa in relazione con altre variabili che mettono in luce un trend inaspettato. Secondo l'Eurostat, "nel corso dell'ultimo quinquennio (2015-2020) per il quale sono disponibili i dati, la quota di giovani adulti partecipanti ai social network è stata ridotta o nulla. Per contro, la percentuale di persone anziane che utilizzano le reti sociali è quasi raddoppiata nello stesso periodo".
Tra gli utenti di età compresa tra i 16 e i 74 anni, le nazioni che hanno raggiunto invidiabili percentuali uguali o superiori al 76% compaiono l'Islanda (94%), la Norvegia (88%) e la Danimarca (85%). La causa principale di questo gap va attribuita prevalentemente all'accesso a Internet, reso difficile in molte zone dello stivale: "ciò può in parte spiegare l'uso relativamente basso dei social network nel Mezzogiorno d'Italia". Ma sono anche altri i motivi che impediscono agli utenti di accedere ai social network, per esempio "una struttura demografica sempre più vecchia in regioni prevalentemente rurali, o questioni legate alla privacy e alla disponibilità dei singoli a condividere i propri dati online", dichiarano.
Altri settori problematici
Per quanto riguarda l'accesso a Internet, lo studio dell'Eurostat ha dedicato spazio anche ad altri due ambiti: Internet banking e E-Commerce. Nel primo caso, a fronte di una media europea del 58% e di picchi superiori al 70% (Danimarca, Estonia, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Finlandia e Svezia), alcune regioni hanno dichiarato che meno di un quarto degli adulti ha utilizzato i servizi online per operazioni bancarie: tra queste, quasi tutte collocate a est e a sud del continente, compare anche la Calabria. Anche per quanto concerne il consumo online nel 2020, la propensione mostrata dagli utenti italiani delle regioni centrali e meridionali è molto bassa e, in misura simile all'internet banking, a fare loro compagnia ci sono la Romania e la Bulgaria.