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Lo smartphone si ricaricherà con la saliva: ecco come funziona questa innovativa batteria

Un team di ricercatori della Binghamton University, nello stato di New York, ha da pochi giorni presentato una particolare batteria in grado di funzionare con la saliva.
A cura di Matteo Acitelli
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Un team di ricercatori della Binghamton University, nello stato di New York, ha da pochi giorni presentato una particolare batteria in grado di funzionare con la saliva. Ad annunciare il progetto il professore Seokheun Choi che ha spiegato come può essere utilizzata la saliva per produrre elettricità. La notizia è stata subito ripresa dai quotidiani di tutto il mondo tanto che diversi utenti hanno subito accostato la scoperta agli smartphone, famosi per la durata limitata della batteria.

Tuttavia, come spiegato dagli studiosi, al momento questa biopila è molto piccola ed è in grado di produrre alcuni microwatt per qualche minuto ma ancora molto lontana da quella che utilizziamo quotidianamente per alimentare i nostri dispositivi mobile. Nonostante ciò Choi evidenzia come questa invenzione possa risultare di grande aiuto nei Paesi in cui l'energia elettrica non è ancora normalità, consentendo di accendere per qualche minuto un faretto LED o attivare un sensore diagnostico per piccoli interventi di assistenza medica, così come dichiarato dal professore della Binghamton University: "Servirà per applicazioni in diagnostica nei paesi in via di sviluppo, dove le batterie commerciali sono costose o di grandi dimensioni". La minibiopila è poco più grande di una striscia di carta ed è in grado di generare energia tramite i batteri presenti nella saliva.

Il team di ricercatori al lavoro su questa nuova generazione di cellule microbiche (MFC) in grado di generare correnti elettriche tramite i batteri continuerà a lavorare su questo progetto con l'obiettivo di migliorare la densità di energia e dunque aumentare la potenza: "In questo momento, la nostra densità di energia è a pochi microwatt per centimetro quadrato. Tuttavia, le cellule microbiche sono collegati in serie su un foglio di carta generando valori di corrente elettrica e tensione sufficiente per attivare un diodo emettitore di luce (LED)". Non ci resta dunque che osservare come evolverà questa idea che in futuro potrebbe risolvere il problema della durata della batteria degli smartphone ma anche risolvere tanti altri problemi.

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