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Lo stress da social causa dipendenza, che causa stress: per gli studiosi è un circolo vizioso

Una ricerca svolta dalla Lancaster University sottolinea come l’utilizzo dei social network possa innescare un ciclo senza fine in cui per sfuggire allo stress provocato da siti e app ci si rivolge ad altre sezioni delle stesse piattaforme, finendo col subire altri stimoli stressanti e visitare ulteriori pagine.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Che i social media provochino dipendenza e che spesso contribuiscano paradossalmente a far sentire più soli chi li usa ormai è risaputo, e sono numerosi gli studi che sconsigliano l'abuso di queste piattaforme. L'ultima ricerca svolta dalla Lancaster University però sembra elaborare ulteriormente i concetti divenuti noti in questi anni; secondo uno studio condotto su 444 utenti Facebook, gli aspetti stressanti di queste piattaforme e il loro utilizzo sempre più frequente potrebbero infatti avere un legame molto stretto: sarebbe cioè l'inquietudine provocata dalla permanenza sui social a inchiodare definitivamente gli utenti sulle loro pagine, provocando ulteriore disagio e così via.

Stimoli stressanti

Tra le fonti di stress da social network elencate nei risultati dello studio ci sono soprattutto la sensazione che questi siti stiano invadendo la propria privacy e la consapevolezza di dover rispondere ad aspettative della comunità, come quella di pubblicare nuovi contenuti, ma anche aspetti come i cambi di interfaccia grafica e le richieste di aggiornare il proprio profilo.

Una falsa scappatoia

Mentre però alcuni utenti dopo aver raggiunto il limite di sopportazione decidono di chiudere l'app o il sito per distrarsi dalla distrazione, altri tentano di recuperare serenità visitando un'altra sezione della stessa piattaforma, incappando così in ulteriori stimoli stressanti. Un'ipotesi è che per ovviare al senso di disagio percepito si cerchi inconsciamente rifugio in un'altra sezione della piattaforma, che si spera poter dare sollievo ma che è governata dagli stessi meccanismi della sezione appena abbandonata e che dunque non può aiutare in questo senso. In questo modo — osservano i ricercatori — si ingenera un effetto paradossale e circolare: il confine tra lo stress generato dalla piattaforma e il suo utilizzo compulsivo si assottiglia, rendendo stress e dipendenza contemporaneamente cause ed effetto l'uno dell'altra.

Come uscirne

L'unica soluzione per evitare di cadere in cicli di apertura e chiusura continua delle stesse app è dunque mantenersi vigili quanto basta per spegnere il telefono non appena ci si accorge di essere finiti in un circolo vizioso: non per niente Google, Apple e Facebook hanno ideato sistemi che inviano notifiche automatiche al superamento di una soglia di tempo di utilizzo predefinita delle loro app, ma contare sulla propria forza di volontà resta ancora il meccanismo migliore per scampare a sessioni di poco salutare trance davanti al display.

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