Microsoft lavora su un passaporto digitale per i vaccinati Covid

Con l'arrivo dei vaccini anti Covid-19 si può iniziare a pensare a un lento ritorno a una parvenza di normalità, ma prima che tutti siano stati sottoposti al trattamento passeranno mesi. Per questo, pur se tra numerosi dubbi e critiche, in alcuni Paesi si sta pensando di rilasciare ai vaccinati dei documenti che permettano loro di aggirare alcune delle restrizioni imposte al resto della popolazione. Gli Stati Uniti fanno parte di queste realtà: qui il colosso del software Microsoft, insieme ad altre aziende del panorama informatico, ha iniziato a lavorare su un archivio digitale dei vaccinati che costituirà la base per potenziali patentini di immunità.
L'iniziativa in comune
Il progetto ha preso il nome di Vaccination Credential Initiative, e per il momento è allo stadio iniziale: la definizione dello scopo e l'enumerazione dei partecipanti. L'iniziativa — si legge nel relativo sito web — si propone di rinuire soggetti pubblici e privati per dare a ciascun individuo un accesso sicuro ai documenti che riguardano il loro stato di vaccinazione. Il sistema dovrà essere basato su standard aperti e permettere alle persone già vaccinate di ritornare a viaggiare e frequentare i luoghi di istruzione, lavoro e svago nel rispetto della privacy. Nei giorni scorsi una startup aveva già attivato un sistema simile nello stato della California, ma non è escluso che in futuro anche altri soggetti lavoreranno nella stessa direzione. Lo scopo della Vaccination Credential Initiative è proprio quello di definire parametri tecnici in comune tra tutte le aziende e le autorità interessate, di modo che ciascuna particolare soluzione sia compatibile con tutte le altre.
Come funziona il sistema
Tra le aziende partner del progetto insieme a Microsoft ci sono altri colossi come Oracle e Salesforce. Il risultato, per i cittadini, dovrebbero essere documenti che possono essere stoccati nel telefono all'interno di portafogli digitali come Apple Wallet e Google Pay, oppure versioni cartacee con QR code che possano essere scansionati da compagnie aeree, luoghi di lavoro, università e altri luoghi che decidano di operare controlli sullo stato di vaccinazione di chi ne richiede l'accesso.
I dubbi
L'infrastruttura tecnologica alle spalle dell'archivio in comune dovrà essere pensata per impedire che le certificazioni possano essere falsificate e allo stesso tempo proteggere i dati sensibili di chi è stato iscritto all'anagrafe dei vaccini. Il problema più sentito dagli osservatori esterni però al momento è un altro: in questi primi mesi di distribuzione del vaccino, non tutti vi avranno accesso da subito; creare e attivare una soluzione che dà modo ai vaccinati di muoversi con più libertà sul territorio discriminerà inevitabilmente chi invece vorrebbe sottoporsi al trattamento ma dovrà aspettare mesi per farlo.