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Multa per Facebook: dovrà risarcire gli utenti per problemi relativi alla privacy

Una class action istituita nel 2011 da alcuni utenti di Facebook ha portato al pagamento di un risarcimento da parte del Social Network, per aver violato la privacy nella pubblicazione di ‘Sponsored Stories’ nei vari profili.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Un giudice statunitense ha deciso il pagamento da parte di Facebook di un risarcimento nei confronti di alcuni utenti istituenti una class action avviata nel lontano 2011 ed incentrata sulle accuse nei confronti di Zuckerberg di aver violato la privacy attraverso i caratteristici "Sponsored Stories".

Secondo i rapporti esternati da Reuters, l'azienda di Menlo Park, dovrà pagare almeno 15$ per ogni utente facente parte della class action come risarcimento del danno avvenuto. Gli utenti infatti, secondo quanto dichiarato dai legali difensori, hanno avuto pubblicizzate in modo troppo elevato i propri gusti personali riguardanti le cosiddette "storie sponsorizzate" ossia annunci che pubblicizzano l’azione di un utente, magari un commento, un mi piace ad un post o una condivisione e che vengono mostrati esplicitamente e pubblicizzati agli amici di questo stesso utente. Questo tipo di pubblicità su Facebook è decisamente sottovalutata – e forse poco conosciuta – ma vi consente di veicolare traffico al vostro sito con un solo click dell’utente. L’utente vedrà questo post in maniera naturale, nello stream principale delle notizie: potrà capire che si tratta di un post sponsorizzato solo dal tag "sponsored" che appare in basso a destra.

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A conti fatti e secondo i termini della transazione, Facebook pagherà circa 20 milioni di dollari in totale per compensare i membri della class action e ha già promesso di dare agli utenti in generale maggiore controllo su come i loro contenuti verranno condivisi nel pieno rispetto dei termini della privacy. Un cambiamento importante ma anche costoso che secondo gli avvocati del social network potrebbe essere stimato in circa 145 milioni dollari. Oltretutto proprio Facebook aveva dovuto pagare alcuni inserzionisti durante il gennaio 2011 e l'agosto 2012 per quasi 234 milioni dollari a causa di problematiche simili. Che la lezione possa servire finalmente per non ripetere più l'errore.

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