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Nel Regno Unito, Google viene accusata nuovamente di evasione fiscale

Un ex dirigente di Google riaccende la questione relativa alla presunta evasione fiscale dell’ azienda di Mountain View che sarà trattata durante il prossimo G8.
A cura di Daniele Cretella
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Il Regno Unito torna a parlare di evasione fiscale e punta il dito contro Google. Non è certo la prima volta che durante il mandato di David Cameron venga affrontato il delicato problema relativo alla presunta evasione fiscale dei giganti della tecnologia.

Già durante lo scorso mese di Gennaio, infatti, il Primo Ministro britannico aveva sottolineato l' esigenza di un' aliquota fiscale corrispondente al "duro lavoro dei contribuenti", senza fare eccezioni per le aziende del settore tecnologico, prime tra tutte Google e Amazon. In quell' occasione, infatti, Cameron inviò una lettera ai principali Capi di Governo partecipanti alla prossima edizione del G8 (prevista per il 17 Giugno 2013 nella località di Lough Erne nell' Irlanda del Nord) suggerendo di cogliere l' occasione per la ricerca di una tassazione condivisa e soprattutto corrispondente agli impressionanti guadagni provenienti dalla Silicon Valley (e non solo).

A poco meno di mese dall' evento, in Gran Bretagna la polemica relativa alla presunta evasione fiscale di Google è tornata ad essere incandescente, grazie alle dichiarazioni dell' ex dirigente dell' azienda Barney Jones in possesso di circa 100.000 mail aziendali all' interno delle quali sarebbe provata la l' evasione fiscale sul territorio britannico. A riportare la notizia è il solitamente ben informato DailyMail che, riportando le parole di Jones, ipotizza un sistema fraudolento messo in atto dall' azienda di Mountain View per il pagamento dei suoi tributi facendo capo alla tassazione vigente nelle Bermuda (con un risparmio calcolabile in diversi miliardi di dollari rispetto a quella britannica).

Sul tema è stato poi recentemente al centro di un' interrogazione parlamentare il dirigente di Google Matt Brittin (nella foto in alto) che ha risposto alle pungenti accuse in maniera piuttosto evasiva, ricordando le parole enunciate da Eric Schmidt qualche mese fa quando dichiarò davanti a simili insinuazioni: "Si chiama capitalismo. Paghiamo già un mucchio di tasse legalmente“. Insomma, pare proprio che Google non sia intenzionata a trattare. Ma fino a quando riuscirà ad agire con tale disinvoltura?

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