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Niente più auto, computer e console: così Biden vuole risolvere la crisi mondiale dei chip

Il presidente USA ha firmato un ordine esecutivo dal duplice scopo: quello primario e immediato è contrastare gli effetti negativi che la pandemia ha avuto nella produzione e nel commercio di chip in tutto il mondo, ma sulla lunga distanza il provvedimento potrebbe ridisegnare la mappa dei fornitori statunitensi del settore per rendere il Paese meno dipendente dalle aziende cinesi.
A cura di Lorenzo Longhitano
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La carenza globale di chip che da mesi sta avendo un impatto su numerose industrie in tutto il mondo è diventata ufficialmente una priorità del governo statunitense: il Presidente Joe Biden ha firmato in queste ore un ordine esecutivo attraverso il quale intende riesaminare la struttura della catena di approvigionamento del Paese per queste componenti fondamentali. Lo scopo è contrastare gli effetti negativi che la pandemia ha avuto nella produzione e nel commercio di chip in tutto il mondo, ma sulla lunga distanza potrebbe ridisegnare la mappa dei fornitori statunitensi per renderli meno dipendenti dalle aziende cinesi.

Biden ha presentato il provvedimento nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella serata di mercoledì, con due serie di misure a breve e medio termine. Le prime prevedono una revisione totale di quattro settori dell'economia statunitense che includono proprio la produzione di chip e quella delle batterie destinate ai veicoli elettrici, insieme a risorse minerarie e prodotti farmaceutici: l'attività di analisi avrà una durata di 100 giorni e servirà a individuare e risolvere punti deboli relativi alla produzione domestica di questi prodotti, anche con eventuali leggi e normative ad hoc.

Un'altra attività di durata più estesa sarà invece mirata a identificare vulnerabilità nella catena di approvigionamento delle componenti e dei prodotti relativi ad altri sei settori: difesa, sanità, informatica e telecomunicazioni, energia, trasporti e agricoltura. La crisi dei chip che anche a causa del coronavirus ha affossato la produzione di automobili, computer e numerose altre categorie di prodotto è solo una delle ragioni che ha portato Biden a firmare il provvedimento: entrambi i partiti vedono questi temi come un'opportunità per aumentare i posti di lavoro nei confini statunitensi.

Nel documento sembra non si faccia menzione di Paesi esteri, ma in una bozza ottenuta da Cnbc in un passaggio del testo si fa un potenziale riferimento indiretto alla Cina: secondo la versione preliminare del documento ottenuto dall'emittente, i revisori dovranno prendere in particolare considerazione tutti i punti in cui la catena produttiva statunitense si interseca con "nazioni attualmente o potenzialmente ostili o instabili". Da questo punto di vista insomma Biden sembra voler ridurre la dipendenza degli Stati Uniti da Paesi esteri come la Cina — con la quale ha già annunciato di volersi mettere in "seria competizione" — per quel che riguarda forniture strategiche come quelle menzionate nel provvedimento.

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