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Nintendo Switch OLED e burn-in: come prevenire il problema allo schermo

Il fenomeno del burn-in colpisce gli schermi OLED che visualizzano per lunghi periodi di tempo la stessa, identica immagine: se i loro pixel rimangono accesi molto a lungo tendono ad alterarsi visualizzando fastidiosi aloni sovrapposti alle nuove immagini in arrivo. Fortunatamente il rischio è basso, e per ridurlo a zero basta poco.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Il motivo pricipale per acquistare la nuova versione della console portatile Nintendo Switch è senz'altro il display OLED. Non per niente il gruppo nipponico ha inserito questa caratteristica nel nome del prodotto, ovvero Nintendo Switch modello OLED. Questa tipologia di schermo restituisce colori più brillanti e contrasti più marcati, facendo risaltare le immagini e regalando un'esperienza di gioco più coinvolgente: è la stessa tecnologia presente su alcuni smartphone e televisori di fascia media alta, contrapposta ai comuni schermi piatti LCD che caratterizzavano anche Switch e Switch Lite. In mezzo a tanti vantaggi, i pannelli OLED sono però soggetti a un potenziale fenomeno chiamato burn-in.

Cos'è il burn-in degli schermi OLED

Traducibile con bruciatura, il fenomeno del burn-in colpisce gli schermi OLED che visualizzano per lunghi periodi di tempo la stessa, identica immagine. A causa della natura delle componenti utilizzate in questi display, se i loro pixel rimangono accesi molto a lungo tendono ad alterarsi conservando quello stato per sempre, visualizzando fastidiosi aloni sovrapposti alle nuove immagini in arrivo, come se fossero parzialmente bruciati. Il fenomeno si manifesta dopo decine di ore di riproduzione di un'immagine statica, ma può riguardare anche piccole porzioni dello schermo: in una trasmissione televisiva, i simboli dei canali e le grafiche di telegiornali e altri programmi possono scatenare questo fenomeno nelle relative porzioni; nel caso dei videogiochi, a causarlo possono essere le interfacce grafiche di un sistema operativo o di un particolare titolo.

Un rischio basso

Va detto che il rischio che uno schermo OLED di buona qualità e di recente fattura possa finire vittima di burn-in è piuttosto basso, a meno di non sottoporlo a vere e proprie torture, lasciandolo acceso su una stessa immagine per ore. Stando a quanto riportato da Bloomberg, il pannello alla base delle nuove Switch dovrebbe essere una fornitura Samsung, che in questa tecnologia è pioniera da anni; i rischi di burn-in per queste console è dunque ridotto al minimo. Nonostante questo Nintendo si è comunque premurata di indicare brevemente quali siano i comportamenti adeguati da tenere per trattare al meglio il pannello: non disattivare la funzionalità di spegnimento automatico della console inattiva e assicurarsi di non mantenere la stessa immagine sullo schermo per periodi di tempo prolungati.

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