Nokia si sarà anche ritirata dal mercato degli smartphone – l'ultima sua linea, quella dei Lumia, è stata venduta a Microsoft nel 2013 – ma l'azienda si è assicurata una pensione notevole. Come? Raccogliendo le licenze derivanti da centinaia di brevetti depositati nei decenni di attività di una delle aziende chiave del settore della telefonia. Questa mattina Nokia ha annunciato di aver messo fino ad una disputa con Samsung che gli garantirà centinaia di milioni di euro proprio grazie ai brevetti utilizzati dall'azienda sudcoreana. Nel 2015 la divisione che si occupa dei brevetti, la Nokia Technologies, ha stimato vendite pari a 1,02 miliardi di euro, mentre tra il 2016 e il 2018 l'azienda finlandese si aspetta oltre 1,3 miliardi di euro.
Cifre piuttosto alte per una realtà che, di fatto, non vende più nulla, ma che continuano a non soddisfare gli investitori. Nonostante la vittoria con Samsung sia in grado di portare gli introiti dai 578 milioni di euro del 2104 a circa 800 milioni di euro, gli analisti continuano ad aspettarsi di più, con stime attorno ai 900 milioni di euro. Come conseguenza, le azioni di Nokia sono calate del 10% in seguito alla notizia. "Le previsioni iniziali vedevano Nokia in grado di generare profitti maggiori di Ericsson semplicemente con il proprio portfolio di brevetti" ha spiegato un analista. "Questo non è successo e le stime saranno riviste".
Negli ultimi vent'anni, secondo l'azienda finlandese, sono stati spesi più di 50 miliardi di euro nella ricerca e sviluppo da parte del dipartimento dedicato, arrivando a collezionare circa 30 mila brevetti. Nonostante questo e nonostante i numeri divulgati da Nokia, però, la fiducia degli investitori continua a calare da quando la realtà ha deciso di focalizzarsi sulle telecomunicazioni, vendendo la divisione legata agli smartphone. Nel 2015 Nokia ha annunciato l'acquisizione di Alcatel Lucent per 15,6 miliardi di euro, una fusione il cui risultato sarà il secondo gruppo al mondo per quanto riguarda le reti di telefonia mobile.