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Nvidia ha comprato il progettista di chip ARM per 40 miliardi di dollari

Il progettista dei chip presenti sul 99% degli smartphone in commercio è finito nelle mani del produttore di schede e processori grafici che negli ultimi anni si sta avventurando nel settore dell’intelligenza artificiale. Le licenze per i processori prodotti da terzi non sono in pericolo, ma per Huawei l’operazione potrebbe avere risvolti negativi.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Dopo settimane di indiscrezioni in queste ore è stata ufficializzata una delle operazioni più ambiziose e importanti degli ultimi anni nel mondo della tecnologia: con un esborso di 40 miliardi il produttore di schede grafiche Nvidia ha acquisito ARM Holdings, azienda britannica che progetta gli omonimi chip alla base del 99 percento degli smartphone e dei tablet odierni. Il gruppo statunitense ha acquisito il progettista hardware dalla giapponese Softbank assicurandosi un futuro radioso in alcuni degli ambiti più promettenti dell'informatica come gli smartphone, l'Internet delle cose e l'intelligenza artificiale. La vendità sarà finalizzata nell'arco di 18 mesi e sarà soggetta all'approvazione degli enti regolatori di tutto il mondo – dalla Cina agli Stati Uniti passando ovviamente per quello europeo.

L'importanza di ARM Holdings

L'operazione del resto non è da poco e Arm Holdings custodisce un tesoro inestimabile: la ricetta dei processori ARM, gli efficientissimi chip che a fronte di consumi irrisori garantiscono una potenza di calcolo eccezionale e che per questo motivo sono alla base dei processori per smartphone nei telefoni di tutti i produttori. I chip Exynos nei telefoni Samsung, i processori della serie A all'interno dei telefoni e dei tablet Apple, i potenti Qualcomm Snapdragon presenti in tutti gli smartphone degli altri produttori e perfino i Kirin che muovono i telefoni Huawei e Honor: sono tutti prodotti basati su disegni e progetti usciti dai laboratori di ricerca e sviluppo di ARM, nel Regno Unito. L'azienda in sostanza è stata una pietra angolare nello sviluppo di una delle industrie più influenti degli ultimi anni e finirà presto nelle mani di un gruppo che in questa stessa industria ha interessi che confliggono o si sovrappongono a quelli dei clienti di ARM.

I piani di Nvidia

Fin dalla nascita nel 1993 Nvidia realizza schede video per computer di grande successo, ma negli ultimi anni ha tentato di espandersi in altri ambiti. La tipologia di processori grafici alla base delle sue schede si è rivelata particolarmente adatta alle applicazioni di intelligenza artificiale, ambito nel quale ora Nvidia vuole investire fortemente grazie anche alle capacità progettistiche del team del quale ha appena annunciato l'acquisizione. Il quartier generale di ARM rimarrà situato nel Regno Unito, a Cambridge, dove nascerà un polo di ricerca dedicato esclusivamente a machine learning e intelligenza artificiale che attrarrà ricercatori da tutto il Paese e dal continente, grazie anche a un supercomputer basato su processori ARM che sarà realizzato nei prossimi mesi.

Per gli osservatori esterni l'operazione dà vita a un connubio tra aziende dalle competenze complementari: i potenti e promettenti chip grafici Nvidia e le efficienti e onnipresenti soluzioni ARM già oggi sono impiegati all'interno di prodotti per la guida autonoma, ma da quando i due gruppi lavoreranno effettivamente come un unico organismo questo genere di prodotti potrà essere sviluppato in modo ancora più efficace.

Le conseguenze per i produttori (e per Huawei)

Nel frattempo, stando a Nvidia, tutti i produttori di smarpthone e di altro hardware che fino a oggi si sono affidati a processori ARM non avranno nulla da temere dall'accordo. ARM Holdings del resto ha sempre concesso la propria tecnologia in licenza a chiunque desiderasse utilizzarla per realizzare i propri chip, e il modello utilizzato finora ha permesso sia al gruppo di crescere, che ai processori ARM di diventare praticamente ubiqui nei dispositivi mobili. L'unico soggetto che potrebbe subire ripercussioni dall'accordo appena firmato è Huawei: con l'acquisizione da parte di Nvidia, la concessione delle licenze per i processori ARM passa infatti sotto la gestione di un gruppo statunitense, che in quanto tale – secondo le norme varate dall'amministrazione Trump – non può avere rapporti commerciali con il gruppo cinese.

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